Benedetto Renda, presidente delle Cantine Pellegrino, una delle cantine storiche della zona dice che l’anno di nascita del famoso è il 1773
Proprio quell’anno una tempesta costrinse John Woodhouse, ricco e famoso mercante di Liverpool, ad sbarcare la sua nave nel porto di Marsala invece che a Mazara del Vallo. Qui Woodhouse e il suo team hanno potuto degustare il Perpetum, un vino locale simile a Madeira e Port, molto apprezzato dagli inglesi. Così decise di acquistare una grande quantità di questo vino da vendere in Inghilterra. Tuttavia, a quel tempo il trasporto marittimo era associato a seri problemi di conservazione. Da qui l’idea di aggiungere un po’ di alcol alle botti, aumentando così la gradazione alcolica e garantendone la sicurezza a destinazione.
L’idea funzionò e tutte le botti furono vendute in pochi giorni, tanto da convincere Woodhouse a tornare definitivamente in Sicilia per sviluppare una nuova attività: la produzione del marsala “conciato” o con l’aggiunta di mistella. Più di 200 bagli, luoghi di vinificazione delle uve, sono stati costruiti per soddisfare le esigenze italiane ed estere. Oggi la situazione è completamente diversa: Marsala produce molto meno, segue il percorso della grande distribuzione, così come il percorso dell’industria alimentare e raramente il percorso Horeca.
La vinificazione delle uve
Il bicentenario e mezzo richiede però un ripensamento delle strategie per dare a questo vino il giusto posto nel panorama enologico mondiale. Alle Cantine Pellegrino il marsala, in tutte le sue varianti, rappresenta in valore quasi il venti per cento del fatturato totale. Il motivo per cui continua a essere prodotto, dice Renda, è perché non ha mai subito un calo negli ultimi 10-15 anni: “Quattro anni fa – dice il presidente – abbiamo lanciato la Rivoluzione di Marsala, un nuovo modo di vivere questo è il vino guardato principalmente ai minori e al mondo del mixologist. Per questo abbiamo rivoluzionato il packaging e la comunicazione. Volevamo modernizzare un prodotto che veniva dal passato. Siamo però stagnanti nell’area delle vendite : il mondo della notte è diverso dal mondo della ristorazione, e ci sono diversi agenti che girano e vendono il prodotto Abbiamo provato a contattare Compagnia dei Caraibi (società SPA che importa e distribuisce alcolici e bevande analcoliche da ogni parte mondo, circa ndr), ma non hanno avuto successo, perché dopo le indagini hanno trovato il compito commercialmente difficile”.
Il marsala nella darsena siciliana e avere in etichetta un marchio forte
“Il prossimo anno non sarà solo un momento di festa, ma anche di riflessione. Abbiamo bisogno di distributori, soprattutto per promuovere viaggi all’estero: Ma lo sapevate che la California è piena di bottiglie a marchio Marsala? Ma senza un consorzio, come possiamo tutelare il nome anche in un Paese extracomunitario? La soluzione sarebbe inserire il marsala nella darsena siciliana e avere in etichetta un marchio forte come la nostra isola. Qui è aperto anche un dialogo con la presidenza della Siciliana Doc. Antonio Rallo (Presidente Doc Sicilia, ndr) è ben preparato a continuare il discorso, anche se siamo davvero agli inizi”.