MarinaTex: un materiale biodegradabile per l’economia sostenibile

Di Antonia De La Vega 3 minuti di lettura

La plastica potrebbe anche non inquinare il mare, bensì nascere dal mare. Si chiama MarinaTex ed é un nuovo materiale biodegradabile nato dagli scarti del pesce ad opera di Lucy Hughes

La natura non perde occasione di inviare ogni giorno messaggi di aiuto. Tuttavia, a volte si trovano consigli preziosi tra le applicazioni. E individuarli spesso può essere la chiave per cambiare. Questo è ciò che ha fatto la studentessa inglese Lucy Hughes, prendendo ispirazione dall’ambiente per creare un’alternativa sostenibile alla plastica: MarinaTex. Il suo progetto si basa sull’idea che nulla deve essere gettato se provienemare, nemmeno quando potrebbe sembrare immondizia.

Infatti, queste nuove  bioplastiche vengono create da alghe rosse e resti di pesci o lische destinati allo scarto. Alcuni potrebbero sussultare, ma questo particolare materiale è un ottimo esempio di economia circolare. Una soluzione innovativa che aiuta a ripensare completamente il ciclo di vita del prodotto. MarinaTex nasce infatti come progetto universitario per il corso di Product Design presso l’Università del Sussex. ad opera di Lucy Hughes  che è consapevole dei danni ambientali che la plastica può causare e, dopo aver appreso i principi dell’economia circolare, ha deciso di applicarli al settore della pesca.

I rifiuti dell’industria della pesca creano un enorme flusso di rifiuti, soprattutto nel Regno Unito. Pertanto, la designer ha deciso di ripensare ai processi di riciclo, assegnando loro un obiettivo completamente nuovo ed ecologico al 100%. Dopo approfondite ricerche, Lucy ha scoperto che la pelle e le squame di pesce erano i materiali più adatti per formare le  bioplastiche perché hanno una struttura proteica forte e flessibile. Ci sono voluti più di cento esperimenti diversi per perfezionare il processo, ma alla fine il risultato è stato sorprendente.

La formula organica non emette sostanze chimiche nocive e non danneggia l’ambiente o l’uomo. Il risultato è una forte “plastica” naturale che è principalmente biodegradabile in circa quattro settimane.

Il materiale per il risparmio dei rifiuti è ancora in fase di sviluppo, ma l’obiettivo di Lucy è di portarlo sul mercato il prima possibile. I consumatori potrebbero non essere pronti per la plastica marina, ma la Terra ti ringrazierà sicuramente.

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