Mandare in pensione la legge sulle pensioni. È questo l’obiettivo per il prossimo anno, il 2022, che potrebbe essere, se non proprio l’anno della svolta, almeno l’anno di un tavolo tecnico indetto per riformulare la legge sulle pensioni attualmente in vigore.
Ad andare in pensione potrebbe quindi essere proprio la legge Fornero, la riforma che ha preso il nome dal ministro del Lavoro e delle Pari opportunità del governo Monti e inserita nel decreto Salva Italia del 2011.
A chiedere di aprire in tempi celeri un tavolo per cambiare il sistema pensioni a partire dal 2022 sono stati Cgil, Cisl, Uil che hanno inviato al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, la piattaforma unitaria sulla previdenza. I sindacati in una nota accludono le loro proposte: “Occorre introdurre una flessibilità in uscita più diffusa a partire dai 62 anni di età o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età, che tenga conto della tipologia di lavoro che si svolge, del lavoro di cura e delle donne, e affrontare subito il tema delle future pensioni dei giovani, che penalizzati dall’imperante discontinuità lavorativa rischieranno di non poter accedere mai alla tanta sognata pensione.
“È poi necessario – affermano le firme sindacati – sostenere il reddito dei pensionati e rilanciare la previdenza complementare varando una campagna istituzionale di informazione che sia coniugata ad un nuovo semestre di adesione in silenzio assenso”.
“Chiediamo si apra il prima possibile un confronto – continuano Cgil, Cisl, Uil – che possa trovare le giuste soluzioni anche legate alla situazione emergenziale che il Paese sta vivendo”.
Attualmente a rendere la pensione meno “una chimera” ci sono le seguenti possibilità che possono essere lette sul sito web dell’INPS come ad esempio la “Quota 100” erogata ai lavoratori dipendenti e autonomi che hanno maturato, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2021, i requisiti prescritti dalla legge e che ne fanno richiesta.
Altra alternativa è la pensione “opzione donna” ovvero un beneficio che consente alle lavoratrici di ottenere la pensione di anzianità con requisiti anagrafici più favorevoli rispetto a quelli in vigore dal 1° gennaio 2008, prevista per chi ha maturato i requisiti nel periodo dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2015.
Ai posteri l’ardua sentenza e intanto attendiamo con grandi speranze il “via al tavolo tecnico del 2022”.