(QuiFinanza.it) Sono trascorsi circa 3 mesi da quando il governo guidato da Giorgia Meloni ha approvato la sua prima legge di Bilancio. Un passaggio molto delicato per l’esecutivo di centrodestra, che ha dovuto scrivere la Manovra di fine anno in una situazione del tutto inedita, a pochi mesi dal suo insediamento e con buona parte dei fondi a disposizione già destinati per alcune voci stabilite in precedenza (vedi i 21 miliardi di euro per calmierare il costo delle bollette di luce e gas).
In questo contesto di assoluta ristrettezza, la premier e i ministri competenti (in particolare il leghista Giancarlo Giorgetti, titolare del dicastero dell’Economia) non hanno potuto inserire nel testo approvato diverse misure annunciate ai quattro venti durante la campagna elettorale dello scorso autunno. In particolare, erano stati moltissimi gli elettori che avevano scelta la proposta di Fratelli d’Italia e degli alleati convinti di veder approvata in tempi brevi una radicale riforma fiscale che stravolgesse l’attuale sistema della tassazione per le imprese e i contribuenti.
Fisco e tasse, la strategia di Giorgia Meloni per un nuovo rapporto tra Stato e contribuenti
Così non è stato: gli interventi di natura prettamente economica si possono contare sulle dita di un
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