(Money.it) Se lo sviluppo di un Paese si misura con il suo livello di istruzione, l’Italia arranca: lo dicono alcuni dati dell’Eurostat che in tempi difficili come quello attuale, nel quale gli studenti sono tornati a far sentire il loro disagio sul caro affitti, fanno emergere un’allerta.
In realtà, i numeri sulla percentuale di popolazione tra 25 e 34 anni in possesso di un’istruzione terziaria (che da noi è la laurea, ma in generale si riferisce a un titolo post diploma) non sono nuovi e già noti da circa un anno, quando l’ente europeo di statistica li ha pubblicati.
Riprendere quei dati, però, aiuta a capire meglio un problema italiano, quello dell’accesso all’istruzione terziaria o universitaria, che si aggiunge al disagio della mancanza di studentati e di politiche correttive e di sostegno per chi studia fuori sede, con la bomba affitti (e forse speculazione su di essi?) che sta scoppiando ora. E, soprattutto, accende un faro sull’importanza di investire nell’istruzione da parte dello Stato. L’Italia è indietro e in tempi cruciali come questi, dove le compete
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