Il Governo ha approvato un decreto legge e un disegno di legge con l’obiettivo di ridurre le liste d’attesa per le visite mediche nella sanità pubblica. Tra le principali misure introdotte, un sistema nazionale di monitoraggio e l’obbligo per i medici di indicare la priorità e il tempo massimo di attesa nelle prescrizioni. Le Regioni potranno utilizzare prestazioni intramoenia o servizi privati accreditati se non riescono a rispettare i tempi indicati.
Priorità alle liste d’attesa: soluzioni anche con visite private
In caso di impossibilità a rispettare i tempi stabiliti, le prestazioni richieste saranno garantite tramite attività libero-professionale intramuraria o attraverso il sistema privato accreditato. La Premier Giorgia Meloni ha sottolineato che i cittadini pagheranno solo il ticket, mentre la differenza sarà coperta dalle risorse statali stanziate nella Legge di Bilancio. Inoltre, le retribuzioni dei medici per le prestazioni aggiuntive saranno detassate, coinvolgendo anche gli specializzandi per ridurre i tempi delle liste d’attesa.
Prenotazioni e prestazioni garantite
Il decreto prevede agende dedicate per le prestazioni dei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali (PDTA) e vieta alle aziende sanitarie di sospendere le attività di prenotazione per i livelli essenziali di assistenza. Le sanzioni per la sospensione delle prenotazioni saranno raddoppiate. La piattaforma nazionale per le liste d’attesa, istituita presso Agenas, garantirà un monitoraggio in tempo reale dei tempi di erogazione delle prestazioni sanitarie in tutte le Regioni. Il Ministro della Salute definirà le linee guida per l’attuazione del sistema di interoperabilità.
Visite mediche anche nei weekend e monitoraggio dei ritardi
Le visite diagnostiche e specialistiche saranno effettuate anche nei fine settimana con orari prolungati. Presso ogni azienda sanitaria deve essere garantito un equilibrio tra attività istituzionale e libero-professionale. Meloni ha chiarito che le ore dedicate all’attività libero-professionale non potranno superare quelle dell’attività ospedaliera. Un Ispettorato generale di controllo monitorerà l’assistenza erogata, la gestione delle liste d’attesa e i piani di recupero, con sanzioni o premi per i responsabili regionali o aziendali.
CUP unico regionale e nuove assunzioni in sanità
Il decreto introduce un Centro unico di prenotazione (CUP) regionale o infraregionale che includerà anche le strutture private accreditate, ospedaliere e ambulatoriali. Questo sistema, che richiede l’interoperabilità tra CUP pubblici e privati, faciliterà anche le disdette delle prenotazioni. Per il 2024, il tetto di spesa per le assunzioni in sanità salirà dal 10 al 15%, per poi essere abolito dal 2025 e sostituito con un meccanismo basato sul reale fabbisogno di personale nei singoli territori.