I dati Istat sulle assunzioni del 2023 rivelano un aumento significativo delle assunzioni, soprattutto a tempo indeterminato. Il Mezzogiorno è la regione che ha registrato la crescita maggiore, sebbene il divario con il Nord rimanga ancora considerevole. L’occupazione femminile ha toccato il record dall’inizio delle serie storiche nel 2004, ma permangono disuguaglianze di genere, con notevoli differenze a livello territoriale.
Dati positivi per il mercato del lavoro italiano nel quarto trimestre del 2023: il numero di occupati ha raggiunto un nuovo record, con 23 milioni 580mila persone impiegate in media durante l’anno. Il tasso di occupazione dei 15-64enni è salito al 61,5%, mentre il tasso di disoccupazione è sceso al 7,7%.
I dati
Il canale informale rimane il metodo più diffuso nella ricerca di lavoro, con la pratica di rivolgersi a parenti, amici e conoscenti in testa alla lista. A seguire, l’invio di domande e curriculum e la consultazione di offerte di lavoro. Aumenta anche la quota di disoccupati che si rivolge al Centro pubblico per l’impiego.
Le assunzioni riguardano soprattutto i contratti a tempo indeterminato, con un aumento di 145 mila posti. Le ore lavorate per dipendente sono aumentate sia in termini congiunturali che tendenziali. La cassa integrazione ha registrato un aumento, con 8,3 ore ogni mille ore lavorate.
La situazione nel Mezzogiorno
A livello territoriale, il Mezzogiorno ha registrato il maggiore aumento di occupati, sebbene il divario con il Nord rimanga importante. L’occupazione femminile ha raggiunto il 52,5%, ma resta distante da quella maschile.
I dati Istat confermano la buona direzione intrapresa dal Governo a favore di lavoratori e imprese, ma segnalano anche la necessità di ridurre il gap tra le competenze richieste dalle imprese e quelle dei lavoratori disponibili. La segretaria nazionale Uil, Ivana Veronese, sottolinea le differenze territoriali e di genere ancora esistenti nel mercato del lavoro italiano