(Money.it) Quello sui limiti etici da imporre all’AI è un dibattito ampio e complesso che ancora non trova una risposta univoca ma lascia spazio a molte preziose considerazioni. Se da un lato infatti non dobbiamo e non possiamo negare gli apporti positivi in fatto di automazione dei compiti e analisi dei dati con un miglioramento dell’efficienza e della produttività operativa aziendale, non possiamo sbilanciarci troppo su questa frontiera dell’innovazione. Ci sono dei concreti fattori di rischio e non si tratta dell’ennesima prospettiva complottista.
L’uso dell’intelligenza artificiale infatti è ancora poco regolamentato e in molteplici contesti si evidenzia la necessità di intervenire a tutela dei dati per non parlare degli effetti più strettamente economici ancora poco esplorati, primo fra tutti l’impatto sull’occupazione. A fronte di tutto ciò è quanto mai necessario un approccio riflessivo. Recuperiamo quindi le fila del discorso con alcune delle dichiarazioni più autorevoli in materia.
Grandi temi di dibattito
Prima di capire cosa ne pensano gli esperti sulla pericolosità dell’uso che facciamo oggi dell’AI dobbiamo fare luce sulla natura dei rischi che corriamo senza una stringente legislazione che vincoli strumenti di questo tipo.
Partiamo, ad esempio, dal fenomeno del bias algoritmico. Innumerevoli studi di epistemologia evide
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