L’inflazione e l’aumento delle materie prime potrebbero frenare l’economia mondiale

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
Germania e francia guidano la ripresa

A generare preoccupazioni a livello globale sono l’aumento delle materie prime  e i dati sull’inflazione, da Wall Street all’Asia gli investitori si interrogano sulla ripresa economica

La più grande preoccupazione degli investitori mondiali è che un forte aumento dei prezzi dell’energia porterà a uno scenario economico di alta inflazione e crescita lenta. E se mentre Wall Street si mostra, sebbene con dati di Borsa in rialzo, preoccupata per mercoledì 13 ottobre quando saranno finalmente noti  i dati sull’inflazione Usa di settembre, l’Asia è sofferente soprattutto a causa delle  preoccupazioni per il destino di Evergrande, che sembra aver perso un terzo mandato. preoccupano non poco anche altri grandi  gruppi immobiliari come Fantasia Holdings e Sinic, sche mostrano condizioni finanziarie in bilico in un mercato che non attraverso un bel periodo. Ma in Cina, l’avversione al rischio è anche alimentata dalle voci riportate dal Wall Street Journal secondo cui Pechino sta covando una nuova regolamentazione aziendale e prendendo di mira le relazioni tra istituti bancari e grandi gruppi privati

In questo clima di tensione e di preoccupazione globale il FMI – Fondo Monetario Internazionale,  nel World Economic Outlook, ha rivisto al ribasso le sue stime sulla crescita economica a livello gloable  (5,9% nel 2021 rispetto al 6% previsto a luglio e +4,9% nel 2022, oltre a tre mesi fa) e anche sulla stima relativa ai dati degli Stati Uniti (dal 7% di tre mesi fa al 6%, la previsione per il 2022 è  al 5,2%). In rialzo invece le previsioni per l’Italia: nel 2021 dal 4,9% di tre mesi fa al 5,8% (confermata la previsione di crescita del 4,2% nel 2022).

Anche il FMI ha messo in guardia sull’inflazione: la ripresa economica ha innescato una rapida accelerazione, trainata dalla forte domanda, dalla scarsa offerta e dal rapido aumento dei prezzi delle materie prime. È probabile che l’inflazione rimanga elevata per i prossimi mesi prima di tornare ai livelli pre-pandemia.

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