L’inflazione è in lieve flessione secondo i dati ISTAT

Di Alessio Perini 5 minuti di lettura
Wall Street

Dopo i picchi da capogiro dello scorso ottobre/novembre 2022, l’inflazione sembra finalmente giungere ad un’inflessione. A darne conferma l’ISTAT che presenta dati non positivi ma migliori di quelli della fine dell’anno.

Inflazione acquisita al 5%

L’inflazione acquisita per il 2023 (l’aumento medio che si verificherebbe durante l’anno se i prezzi rimanessero stabili per tutto l’anno) è del +5,1%, superiore a quella osservata nel 2022 quando era del +1,8%. Il picco è stato registrato nei mesi di ottobre e novembre, quando l’indice dei prezzi al consumo si è attestato all’11,8%.

L’ISTAT conferma la stima preliminare dell’inflazione per dicembre a +11,6% e calcola i dati consuntivi per l’anno appena trascorso. In quello che doveva essere un record, i prezzi sono aumentati dell’8,1% nel 2022, con il CPI che è stato il più alto dal 1985, quando ha chiuso con un aumento del 9,2%. punti, l’inflazione core è salita del 3,8% nel 2022, escludendo solo l’energia, la crescita è invece del 4,1%.

Si abbassano alcuni costi impattanti sulla vita degli italiani

Il rallentamento del trend di dicembre è dovuto, in particolare, al rallentamento dei prezzi delle abitazioni, di acqua, luce e carburanti (da +56,6% a +54,5%), dei trasporti (da +6,9% a +6,2%) e degli alimentari. e soft drink (+13,6% a +13,1%). Nella macrocategoria, il calo dei prezzi dei beni (da +17,5% a +17,1%) è parzialmente compensato da un’accelerazione dei servizi (da +3,8% a +4,1%). Come si vede, tra i beni, il rallentamento maggiore riguarda l’energia. Più in dettaglio, rallentano i prezzi dell’energia elettrica sul mercato libero (da +239,0% a +219,3%; -2,8% ad oggi), del gasolio per riscaldamento (da +32,0% a +24,2%; -7,1% da novembre), gasolio per autotrazione (da +13,4% a +9,5%; -4,5% rispetto al mese precedente), e altri combustibili solidi (da +28,8% a +31,1%; +2,1% nel ciclo economico). ) e altre tipologie di carburanti (da +5,2% a +6,1%; +1,9% mensile). Per quanto riguarda la benzina, l’andamento delle variazioni di prezzo è in leggero aumento, pur rimanendo su valori negativi (da -3,2% a -2,7%; -0,5% rispetto a novembre). Spicca il calo ciclico (-8,5%) dei prezzi del gas in città e del metano sul mercato libero.

Tutto dipende dal costo delle materie prime

L’effetto di moderazione sui prezzi delle materie prime è riconducibile anche all’allentamento delle pressioni al rialzo sui prodotti alimentari, i cui prezzi sono in decelerazione su base annua (da +13,2% a +12,8%; +0,2% da novembre). In particolare, il trend di rallentamento riguarda i prodotti alimentari non trasformati (da +11,4% a +9,5%; -0,6% mensile), la frutta fresca e refrigerata (da +6,9% a +4,2%; -3,1% t/t), la frutta fresca o frutta, verdura refrigerata, patate escluse (da +14,8% a +7,0%; -2,0% rispetto al mese precedente).

La geografia dell’inflazione del Belpaese

In termini di distribuzione geografica, l’inflazione a dicembre risulta superiore alla media nazionale nelle Isole (rallentamento da +14,1% a +13,9%) e al Sud (stabile a +11,7%), e inferiore nel Nordest (rallentamento da +11,7%) 11,8% a +11,5%), nel Nord Ovest (stabile a +11,4%) e al Centro (in rallentamento da +11,5% a +11,0%).

Tra i capoluoghi di regioni e province autonome, nonché tra i comuni non capoluogo di regione, con popolazione superiore a 150.000 abitanti (Fig. 6), l’inflazione più elevata si osserva a Catania (+14,7%), Palermo (+ 14,6%) e Messina (+13,9%), mentre le variazioni tendenziali più contenute si registrano a Potenza (+9,2%) e Aosta (+8,5%). Nel corso del 2022 si osserva una graduale accelerazione della dinamica dei prezzi al consumo, passati dal +5,6% del primo trimestre del 2022 al +6,9% e +8,4% rispettivamente del secondo e del terzo trimestre e chiusi nel quarto trimestre a livello +11,8% – Come già accennato, la resistenza nel 2023 è alta, pari a +5,1%

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