Legge Salvamare: il nostro futuro dipende dalla salute del mare e il mare dipende da noi

Di Gianluca Perrotti 3 minuti di lettura
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Ogni anno, 230.000 tonnellate di rifiuti di plastica finiscono nel Mar Mediterraneo, secondo l’IUCN (World Conservation Union) Mediterraneo: rapporto Mare Plasticum

Il Senato ha approvato definitivamente il Disegno di Legge per la Gestione dei Rifiuti Marini e delle Acque Interne e per la Promozione dell’Economia Circolare (cd Legge Salvamare) dopo gli emendamenti intervenuti nella legislatura della Camera lo scorso aprile.

L’adozione della legge Salvamare è stata accolta con grande entusiasmo da molte associazioni che per quattro anni si sono battute insieme a Marevivo (Federazione del Mare, Assonave, Assoporti, Confindustria Nautica, Confitarma, Federpeska, Lega Navale Italiana, Lega Italiana Vela, Stazione Zoologica Anton Dorn, Una grande onda).

A loro si sono aggiunte 100.000 persone che hanno firmato una petizione lanciata da Marevivo sulla piattaforma Change.org.

Finora i pescatori hanno restituito al mare tutta la plastica rimasta nelle reti perché ritenuti responsabili della sua eliminazione, anche se non trattati con sostanze inquinanti e soggetti al reato di trasporto illegale di rifiuti.

Per questo la legge Salvamare è rivoluzionaria. A cominciare dalla proposta della legge all’on. Rossella Muroni, presidente della Camera, Salvamare permette ai pescatori di portare e consegnare a terra i rifiuti che raccolgono da mare, fiumi, laghi e lagune senza dovere sostenere il costo dello smaltimento.

Oltre a Marevivo, Rossella Muroni ricorda anche gli impegni di altre associazioni come Legambiente, WWF e Greenpeace, da sempre impegnate nella tutela del mare.

Ma non si ferma qui. La Legge Salvamare promuove anche i progetti per sensibilizzare i cittadini. Salvamare prevede inoltre di installare dei sistemi di raccolta per intercettare la plastica prima che entri in mare.

Poiché l’inquinamento marino dipende dal cattivo comportamento delle persone, la legge prevede anche la divulgazione e l’educazione ambientale nelle scuole (iniziative che da tempo portano Marevivo in prima linea).

I rifiuti di plastica che finiscono in mare si scompongono in particelle microscopiche che vengono ingerite dai pesci ed entrano nella catena alimentare.

Come ricorda Rosalba Giugni, presidente di Marevivo, “Sono state trovate microplastiche anche nella placenta, nel sangue e nel latte materno. Non c’è più tempo, dobbiamo agire insieme”.

Questa tanto attesa legge promette di avere un impatto concreto sullo stato del mare, dei laghi e dei fiumi.

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