Legge di Bilancio 2024, novità per pensioni, fisco e stipendi: ma il governo ha un problema con le risorse

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
Wall Street

(Money.it) Inutile nasconderlo: il governo ha un problema con la Legge di Bilancio 2024.

Tanti gli ambiti sui quali si vuole intervenire – dalle pensioni alle buste paga, con la riforma del fisco già “prenotata” – ma le risorse a disposizione saranno limitate e per questo, come ribadito da Giorgia Meloni con il pranzo tenuto la scorsa settimana con i capigruppo della maggioranza, bisognerà concentrarsi su poche misure lasciando da parte gli slogan elettorali.

Anche perché nella Legge di Bilancio 2024 il governo dovrà rispettare dei vincoli di bilancio molto importanti, uno su tutti la riduzione del debito pari allo 0,7% del Pil. Obiettivo che si può facilmente raggiungere con una crescita del prodotto interno lordo dell’1,5%: il problema è che tutte le più recenti previsioni sono al ribasso e quindi il governo rischia di dover tagliare altrove per arrivare a un tale risultato.

E come sottolineato da Il Sole 24 Ore, già prima di iniziare qualsiasi confronto sulla Legge di Bilancio 2024, che verrà avviato non prima dell’approvazione della nota di aggiornamento al Def in programma a fine settembre, il governo dovrà mettere in conto una spesa di circa 30 miliardi di euro.

Un conto molto salato che è già stato “prenotato” da misure già esistenti e che di fatto limita lo spazio per qualsiasi altro intervento. La strada, quindi, è in salita per quello che rischia di essere un autunno caldo per la maggioranza. Anche perché la Legge di Bilancio 2024 sarà il biglietto da visita con cui il Centrodestra si presenterà alle elezioni Europee che si terranno nel 2024.

Ma vediamo, per adesso, cosa dovrebbe esserci nella Legge di Bilancio 2024, ossia quali sono le misure di fatto obbligate a cui il governo non potrà rinunciare dovendo quindi già metterne in conto le risorse necessarie.

Le buste paga non possono essere più basse nel 2024

Come noto, il governo ha introdotto nel 2023 uno sgravio contributivo che taglia la quota di contributi che in busta paga grava sul lavoratore. Ciò ha comportato un aumento dello stipendio netto che arriva anche a 100 euro se si considera il potenziamento avvenuto a partire dalla busta paga di luglio.

Oggi per gli stipendi inferiori a 1.923 euro si applica uno sgravio del 7% che scende al 6% per chi ne guadagna di più ma comunque meno di 2.692 euro. Rinunciarvi nel 2024 vorrebbe dire accettare un ribasso delle buste paga, con gli stipendi che nel frattempo si sono svalutati ulteriormente a causa dell’inflazione.

L’intenzione del governo è di evitare un tale scenario, anche solo per


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