Legge antisprechi, agevolazioni per le aziende che regalano eccedenze alimentari

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) A livello mondiale, secondo quando riportato dalla Fao, un terzo dei beni alimentari prodotti non viene consumato. Stando ai dati Eurostat 2020, nell’UE lo spreco di cibo si attesta intorno a 127 chilogrammi per abitante. Le stime sono tutt’altro che incoraggianti: a produrre più rifiuti sono le famiglie (55%) seguite a ruota dalle catene di approvvigionamento alimentare (45%).

Tutto questo spreco, secondo l’analisi condotta dal “No Time to Waste”, costerebbe ben 143 miliardi di euro all’anno. Un vero e proprio schiaffo alla povertà se si considera che sono all’incirca 33 milioni le persone al mondo nelle condizioni di non poter assumere cibo di qualità ogni due giorni.

Un fenomeno questo con delle ripercussioni non solo economiche e sociali, ma anche ambientali. L’Unione Europea si è dimostrata particolarmente sensibile al problema promuovendo una serie di iniziative per ridimensionare la portata del fenomeno. In Italia, invece, la Legge Antisprechi (166/2016) premia con alcune agevolazioni sulle imposte le imprese che regalano eccedenze alimentari.

Vediamo subito cosa prevede la norma e quale impatto ha su IVA, IRES e TARI per le imprese.

Legge Antisprechi sulle eccedenze alimentari, gli obiettivi

Nell’art.1 della Legge Antisprechi è racchiusa la finalità della normativa: ridurre gli sprechi alimentari nelle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di generi alimentari, farmaceutici e di altri prodotti “premiando” con delle agevolazioni fiscali le imprese che decidono cedere gratis le eccedenze alimentari.

Tutto questo per perseguire più di un obiettivo. Innanzitutto, si punta a recuperare e regalare le eccedenze, non solo alimentari ma anche farmaceutiche e di prodotti di altro tipo, per fini di solidarietà sociale, nell’intento di favorirne il consumo da parte delle persone.

In secondo luogo, la Legge Antisprechi mira a contenere gli effetti negativi a livello ambientale generati dalle eccedenze disincentivando la produzione dei rifiuti (anche biodegradabili diretti in discarica) e spingendo verso la pratica del riciclo e del riuso per allungare la vita dei prodott


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