Occorre per il 2023 trovare un accordo per il costo delle transazioni POS su pagamenti sotto i 30 euro, oppure i prestatori di servizi di pagamento e i gestori di filiera dovranno pagare una tassa. La novità viene dalla Legge di Bilancio per il 2023, in relazione a uno dei capitoli più caldi della manovra: le sanzioni contro i negozianti e i professionisti che si rifiutano di effettuare transazioni digitali.
Riduzione costi POS: nuove regole per il 2023
In base alla normativa vigente (Dlgs 36/2022), gli esercenti che non accettano pagamenti digitali sono soggetti a una sanzione di 30 euro più il 4% del valore della transazione. Nella prima versione della legge era prevista un’esenzione dalla multa per acquisti fino a 60 euro, ma dopo la discussione e le conclusioni dell’Ue, l’esenzione è stata annullata e quindi le sanzioni restano.
Tuttavia, sono state introdotte nuove regole per consentire riduzioni rapide delle commissioni. La novità sta nei commi da 385 a 388 della legge n. 197/2022.
Cosa fa una manovra
In ottemperanza a quanto previsto dalla Legge di Bilancio, viene creato un tavolo permanente tra le associazioni di categoria degli operatori che devono accettare i pagamenti presso il punto vendita (come gli esercenti) e le associazioni dei prestatori di servizi di pagamento (come gli emittenti di carte di credito) o fornire servizi di pagamento digitale) al fine di concordare termini e condizioni e modalità di applicazione degli indici idonei a garantire livelli di costo equi, trasparenti e proporzionati al valore delle singole operazioni.
Il Comitato deve essere formato entro 60 giorni dall’entrata in vigore della Manovra, cioè all’inizio di marzo.
Riduzione costi per i pagamenti fino a 30 euro
La legge ora richiede ai commercianti di accettare almeno una carta di credito (da qualsiasi canale) e una carta di debito (come un bancomat). Tuttavia, il problema è che per gli acquisti di basso valore, i pagamenti digitali possono essere molto costosi per i commercianti. Esistono alternative più economiche come le app mobile e il POS virtuale, ma chi opta per il POS fisico sostiene costi fissi non trascurabili.
Le associazioni sono invitate a valutare soluzioni per ridurre fino a 30 euro i costi delle transazioni elettroniche, che devono essere a carico di aziende, artisti o liberi professionisti che rappresentino redditi e compensi relativi all’anno precedente, che non superino i 4 mila euro.
Un’alternativa allo sconto è il ritiro forzato
In caso di mancato raggiungimento di un accordo entro 90 giorni dall’entrata in vigore della manovra (inizio aprile), o in caso di accordo raggiunto ma non eseguito, verrà attivato un canone di emergenza, a carico dei prestatori di servizi di pagamento e schemi di pagamento , pari al 50% dei benefici, derivanti da provvigioni e altri proventi da operazioni inferiori a 30 euro (o fino ad altro limite che viene infine determinato in base a criteri di proporzionalità). Questo contributo straordinario sarà erogato solo nel 2023.
Per l’accertamento del contributo dovuto, l’Agenzia delle Entrate può effettuare anche un accertamento formale. A tale contributo si applicano le disposizioni in materia di imposte sui redditi ai fini di accertamento, recupero, sanzione e contenzioso.
Il ricavato andrà in un apposito fondo al fine di contenere le spese sostenute da imprese, arti o professioni, con entrate e compensi che non superino i 400mila euro, per operazioni fino a 30 euro.