Le tracce che lasciamo sul web servono a trovare le persone scomparse

Di Valentina Ambrosetti 1 minuti di lettura
professionisti tech

AGI – Aiutare le persone vittime di reati attraverso le loro tracce digitali. Questo l’obiettivo di OsintItalia, la prima associazione italiana che usa le tecniche di ricerca ed esplorazione del web proprie dell’Intelligence, l’Osint, l’Open Source Intelligence appunto, per fini sociali, dalla ricerca di persone scomparse al cyberbullismo, dalla violenza in rete al revenge porn.

Sono molti i Paesi nel mondo che hanno già avviato progetti che si avvalgono di questo genere di metodologia,  facendosi supportare da specialisti nelle tecniche Osint. Da qui è nato un vero e proprio movimento di professionisti, ma non solo, che sul web si raccoglie sotto il l’hashtag #OsintForGood e che spontaneamente mette a disposizione della comunità le proprie abilità di ricerca.

Nel 2017, ad esempio l’Europol lanciò il programma “Stop Child Abuse – Trace the Object” e chiedeva alla community online di aiutare le autorità a identificare oggetti contenuti in immagini sessualmente esplicite che coinvolgono minori. I risultati di quell’esperimento furono incredibili. “Dieci bambini salvati da gravi situazioni di maltrattamento e sfruttamento, l’arresto di tre criminali e quasi 26.00

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