Le tasse che Draghi vuole tagliare in un Paese dalle 100 Imposte

Di Antonia De La Vega 3 minuti di lettura

Le imposte italiane sono più di 100 e che dalle 10 principali (tra cui Iva, Irpef, Irap e Imu) lo Stato ricava il 90% delle entrate. Si potrebbero eliminare quelle che portano entrate irrisorie

Ridurre e arrivare alla cancellazione di quelle mini-imposte e di quei tributi che portano allo Stato un gettito irrisorio. È questo l’obiettivo che il governo guidato da Mario Draghi si è posto in materia economica. Come testimonia l’accordo trovato nella Commission bicamerale sul Fisco, i partiti hanno trovato l’intesa sull’idea di sforbiciare i micro-prelievi che portano entrate irrisorie. Ora la palla è in mano all’esecutivo: il documento – che servirà da base per il Decreto che dovrebbe essere varato entro fine luglio – sarà votato in forma definitiva entro la fine di questo mese. Secondo la commissione si tratta di gettiti che portano allo Stato un “ricavo” dello 0,01% del totale.

Nei mesi scorsi Ernesto Maria Ruffini aveva sottolineato l’esigenza di una codificazione delle norme: il direttore generale dell’Agenzia delle entrate, in un’audizione parlamentare, aveva evidenziato che nel corso degli anni si è verificata una frammentazione “da cui deriva un sistema articolato e complesso che è un freno per gli investimenti e rende oscuro il mondo del fisco ai contribuenti”. Tanto che, dal 1972 a oggi, il decreto Iva “ha subito oltre mille modifiche e oltre 500 il Tuir (testo unico delle imposte sui redditi, ndr)”. Va considerato che le imposte italiane sono più di 100 e che dalle 10 principali (tra cui Iva, Irpef, Irap e Imu) lo Stato ricava il 90% delle entrate. Ecco perché il governo Draghi ora si è posto il traguardo di accelerare l’eliminazioni di tasse di poco conto. Ad esempio l’Osservatorio sui Conti pubblici della Cattolica ha evidenziato circa 20 micro-imposte da abolire: tra gli altri figurano la tassa sulla raccolta dei funghi, l’imposta regionale sulla benzina, i diritti di archivi notarili e il tributo speciale di discarica.

Ma non è finita qui: si va dal superbollo alle tasse di pubblico insegnamento passando per la tassa di laurea. Nello “sfoltimento sistematico” si toccano poi anche altri ambiti fiscali: i diritti di licenza sulle accise, l’imposta regionale sui voli degli aerotaxi e l’imposta regionale sulle emissioni degli aerotaxi civili. Senza tralasciare altri micro-pagamenti come l’addizionale regionale sui canoni di utenze delle acque pubbliche, la maggiorazione del tributo comunale sui rifiuti, la tassa regionale di abilitazione all’esercizio professionale e l’imposta sugli intrattenimenti.

Infine nel lungo elenco di micro-tasse pubblicato da La Repubblica rientrano anche l’Iva sulla bolletta della luce “che ancora si calcola anche sulle accise” e l’imposta provinciale sulla Rca auto “accompagnata dal vecchio e  contributo al Servizio sanitario nazionale.

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