Le regine dimenticate di Internet

Di Gianluca Perrotti 2 minuti di lettura
innovazione e tecnologia

AGI – Nella storia di Internet le donne quasi non compaiono. Somigliano per lo più a figure non meglio definite sullo sfondo. Utenti, non inventrici, che soltanto in taluni casi diventano muse ispiratrici dentro storie avventurose di uomini e macchine.

È questo il tema di ‘Connessione. Storia femminile di Internet’ (Luiss University Press, 2020). il libro di Claire Evans, attivista, giornalista tecnologica, scrittrice, ma anche cantante nominata ai Grammy.

L’esperimento è quello di sovvertire il racconto, restituendo alle donne – che hanno contribuito a fondare la rete così come la conosciamo – il posto che spetta a ognuna di loro.

Da Ada Lovelace, figlia di Lord Byron, che nella prima metà dell’Ottocento ha modulato i numeri nel primo algoritmo per computer meccanico, a Grace Hopper, tenace matematica e pioniera della programmazione informatica su computer digitale, da Elizabeth “Jake” Feinler, che ha elaborato una prima versione di Internet negli anni Settanta, a Stacy Horn, che ha fondato uno dei primi social network dal suo appartamento di New York.

Di questo Claire Evans, parla domenica 18 aprile alle 18 nel corso dell’edizione straordinaria del festival Internazionale a Ferrara in diretta streaming sulla pagina facebook del settimanale.

“Scrivere questo libro, per me, è stato inevitabile – dice Evans ad Agi – Sono cresciuta in una famiglia con i computer; mio padre lavorava per INTEL. In quanto figlia unica, passavo una quantità eccessiva di tempo al computer e grazie a questo sono diventata una scrittrice”.

Ma come è nata l’idea di Connessioni?

“Sono rimasta affascinata dal cyberfemminismo, un periodo che aveva coinciso con i miei primi anni online, ma che mi era completamente sfuggito quando avevo iniziato a frequentare Internet. Allora ho pensato che, se negli anni ’90 c’era stato un movimento femminista colorato e affascinante online e mi ci sono voluti de

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