Dal commercio tradizionale a quello elettronico l’approccio alla spesa è cambiato nei tempi, nei canali di acquisto, nell’ampiezza di una scelta proveniente da marketplace di ogni dove. Non è tutto, però: il web, forte anche di una varietà di prodotti anche specifici pressoché illimitata, e potendo eliminare i costi di stoccaggio, ha potuto introdurre anche nuove e interessanti forme di risparmio.
Se pochi ritagliavano coupon e codici sconto da mostrare alle casse per pagare un certo prodotto in promo qualche centesimo di meno, il fenomeno dei codici bonus e dei tagliandi digitali ha invece preso piede tra la stragrande maggioranza degli acquirenti virtuali, con associate evidenti possibilità di risparmio.
Non solo: la comunicazione della Rete, che oggi gode anche dell’impatto dei social network, è rappresentata da tempi così rapidi di informazione che le promozioni stagionali o i saldi sarebbero occasioni di risparmio troppo a lungo termine: dal Black Friday al Cyber Monday, passando per i “last minute”, se non per i “last second”, Internet è divenuto il regno del marketing innovativo, ma anche del risparmio dell’ultim’ora.
Non solo: grazie alle potenzialità della tecnologia, che offre canali di comunicazione e adesione caratterizzati da velocità e praticità, Internet e l’e-commerce stanno virando anche verso un altro trend: quello di investire, spendendo. Non solo un evidente risparmio, dunque, ma anche un vero e proprio guadagno. Le modalità di attuazione di questa tendenza d’acquisto e consumo cambiano a seconda del settore di merci o servizi preso in considerazione, oppure in base alla tipologia di azienda considerata. Vediamone alcuni, per entrare meglio nel concetto: investire utilizzando le promozioni, si può.
Il cashback… dal pubblico alle aziende
Quando le persone hanno iniziato a sentire la parola “cashback” è stato in abbinamento alla iniziativa di Governo ai tempi del Piano Italia Cashless: il rimborso in percentuale sugli acquisti effettuati tramite strumenti di pagamento elettronici aveva la finalità di promuovere la dematerializzazione del contante. L’iniziativa stessa, poi sospesa, ha comunque suscitato curiosità e moltissime adesioni tra la popolazione, tanto che, da allora, il cashback è diventato uno strumento di marketing aziendale molto ricercato e usato. Ma perché si può considerare un investimento?
Il funzionamento del cashback offerto dai privati, anche ad esempio da piattaforme di affiliazione come Bestshopping o Beruby, è simile a quello di natura pubblica, anche se è finalizzato alla fidelizzazione del consumatore. Le imprese che aderiscono vanno da supermercati, marketplace generalisti o singoli negozi, tipo profumerie e farmacie online, ma non mancano banche, compagnie assicurative, rifornitori di carburante, siti di viaggi, e addirittura società di trasporto e pedaggio. In poche parole, il cliente che acquista con frequenza presso quella piattaforma accumula credito, ovvero un rimborso in percentuale su quanto speso, erogato al raggiungimento di una data soglia minima. A volte il rimborso è incrementale, ovvero, più si spende, più si riceve indietro, sia in denaro che tramite buoni da utilizzare nello stesso shop. L’investimento, essenzialmente, sta nel fatto che, se si era comunque intenzionati a comprare un dato prodotto, o se lo si fa con frequenza, è proprio come comprarlo sempre a prezzo scontatissimo, con tanto di denaro reale che rientra nel conto personale.
Quando il credito è gratuito
Se risparmiare vuol dire spendere meno, a volte i vantaggi del marketing di innovazione garantiscono un guadagno, più che un risparmio. Partendo dal concetto che nulla è gratuito completamente, e che si tratta di una strategia promozionale votata a raccogliere dati degli utenti, le prove gratis dei servizi, dal lato del consumatore, sono però più che convenienti. Il modello è quello delle tv in streaming i cui contenuti vengono “regalati” per un periodo di prova, tipo Netflix o Mediaset Infinity. Lo stesso si può dire per pacchetti di lezioni, con un primo corso da testare gratis, oppure per i videogiochi incompleti, detti “demo”.
Un passo in più verso l’investimento lo fanno però quelle aziende di servizi che rilasciano un credito gratuito, alla sottoscrizione di un servizio. Ad esempio, le banche e le società che rilasciano carte di pagamento, credito o debito le quali, all’apertura di un conto o al rilascio di una card, emettono un credito di partenza che può arrivare anche ad alcune decine di euro. Nell’ambito dei servizi di intrattenimento, anche i giga gratis quando si sceglie un operatore telefonico rientrano in questa fattispecie, così come nei siti scommesse con bonus senza deposito immediato, l’utente che si registra si ritrova un credito completamente gratuito da utilizzare per testare l’offerta del concessionario e piazzare le sue prime puntate. Anche se alcuni di questi servizi sono soggetti a termini e condizioni, tipo il rinnovo automatico, e anche se lo scopo delle imprese è quello di ricevere dati come e-mail e numeri telefonici per un recall o per proposte commerciali, si tratta comunque di forme di promozione gratuite, anzi, più che gratuite, come si è detto. Talvolta queste promo prendono la forma dell’omaggio: ad esempio, alcune compagnie specializzate nell’energia e nella fornitura di luce e gas, possono abbinare all’offerta anche una polizza assicurativa gratuita: questo rappresenta un guadagno, più che un risparmio, considerando gli attuali costi delle coperture di assicurazione.
Quello dell’omaggio, dopotutto, è una tecnica promozionale che ha radici nel commercio tradizionale, ovvero nei “campioncini” regalati ai clienti più affezionati di un negozio. Oggi la politica degli omaggi si chiama “sampling” ed è al centro di programmi specializzati, come quello dedicato di Amazon: i clienti prescelti ricevono a casa prodotti e beni da provare, completamente gratis, a patto che scrivano una recensione onesta sulla qualità della merce ricevuta. La modalità, come si è detto, è simile a quella del commercio fisico, ma le occasioni di risparmiare, anzi, di guadagnare comprando provengono anche da mondi più recenti, come il mercato crypto. Ne sono un esempio gli airdrop crypto: sempre ai fini di attrarre nuova utenza, in poche parole vengono regalati token/coin di nuovi ecosistemi, soprattutto se si concludono azioni con swap o da liquidity provider. A volte gli airdrop crypto vengono usati per fidelizzare utenza preesistente: ma quella è un’altra storia.