(Money.it) Crescono sempre di più le tensioni nel Mediterraneo all’aumentare della presenza di navi russe.
Dallo scoppio del conflitto russo-ucraino, iniziato con l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo esattamente un anno fa – il 24 febbraio 2022- il Mediterraneo ha ricoperto un ruolo strategico insieme al Mar Nero. Per tale motivo risulta al quanto evidente che l’Italia, così come il resto dell’Ue, non possa ignorare tale preoccupante dato, che sembra eguagliare – se non superare – i numeri registrati durante la guerra fredda.
A denunciare “l’aumento impressionante” della flotta russa nel Mediterraneo e nel Mar Nero, con addirittura delle puntate verso lo Jonio è stato il Capo di Stato Maggiore della Marina italiana, Enrico Credendino, durante l’audizione alla Commissione Difesa della Camera tenutasi nei giorni scorsi.
È proprio in questa occasione che Credendino ha non solo spiegato cosa stia accadendo nel Mar Mediterraneo ma quali possono essere i rischi e quindi il perché non bisogna assolutamente che l’Europa sottovaluti il problema.
E se il quadro attuale della guerra non lascia intravedere possibili spiragli di pace, la situazione sembra infatti complicarsi con quanto sta accadendo in Moldavia, aumentando i timori di un possibile allargamento del conflitto, non bisogna cedere a toni allarmistici.
Per tale motivo è bene ripercorrere le parole del Capo di Stato Maggiore, cercando di capire quali sono i rischi concreti e quale può essere una soluzione per garantire comunque la sicurezza delle acque mediterranee.
Le navi russe nel Mediterraneo sono un problema che non va sottovalutato
Il numero di navi russe nel Mediter
© Money.it