L’improvviso sviluppo dello Smart Working a causa nel Covid -19 è stata la risposta all’attivazione di una soluzione efficace per garantire la continuità aziendale anche durante i lockdown. E se il lavoro flessibile fosse anche una strategia vincente per aumentare la sostenibilità ambientale? L’undicesima edizione di FocusPMI, osservatorio delle piccole e medie imprese italiane approfondisce questo tema.
Commissionato dall’Istituto di Management (IDM) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, lo studio Smart Work and Small and Medium Business: From Emergency Solutions to Sustainable Development Strategy, mette in luce le opportunità per lo sviluppo di nuovi modi di lavorare e di fare anche qualcosa che abbia un significativo impatto ambientale, per migliorare la qualità della vita dei lavoratori e proteggere la salute e la sicurezza. L’indagine, che ha coinvolto aziende che rappresentano oltre il 52% dei codici Ateco, mira anche a sensibilizzare le stesse e sulla necessità di adottare pratiche più sostenibili.
Secondo i risultati del sondaggio, emerge che devono ancora essere compiuti diversi passi per aumentare la consapevolezza sull’impatto del lavoro intelligente e sulla mobilità. Durante il lockdown l’84% delle aziende ha adottato questo approccio organizzativo, seguito dal lavoro da casa (26%) e dal telelavoro (6%). L’alternanza tra presenza e smart working è considerata un elemento fondamentale: la decisione di utilizzare il lavoro flessibile 1-2 giorni a settimana è un obiettivo ideale, anche in termini di mantenimento della natura relazionale del lavoro, motivazione del team, promozione dell’impegno e dell’integrazione, creare connessioni e scambiare idee.
Molte grandi aziende hanno già accordi individuali per estendere l’impiego dello di Smart Working e dei 2 giorni di presenza, un’iniziativa che contribuirà a generare risparmi in termini di tutela ambientale ed emissioni.
Se riduciamo il numero delle trasferte e forniamo aspetti positivi e necessari dal punto di vista tecnologico, possiamo anche supportare i lavoratori nelle loro operazioni quotidiane e non perdiamo la natura fondamentale del lavoro relazionale.