Lavoro: in Svizzera il dumping salariale cresce del 3%. Ma dal 2024 potrebbe cambiare

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) Non è tutto oro quello che luccica. Il lavoro nero e il dumping salariale esistono anche in Svizzera. L’ultimo Rapporto sul lavoro nero diffuso dalla Segreteria di Stato per l’economia (Seco) della Confederazione elvetica ha mostrato che nel 2022 le offerte di stipendio inferiore a quelle usuali sono aumentate del 3%. Insomma, un’azienda su sei ha assunto personale offrendo uno stipendio inferiore a quanto stabilito dalla legge.

Lavoro nero in Svizzera: aumentano i controlli

Come si legge su Moneymag, la tendenza sarebbe diffusa soprattutto nei settori dove gli stipendi minimi non sono vincolanti. Non è un caso, inoltre, che questi episodi siano concentrati nei cantoni di confine. Delle 34.134 ispezioni, infatti, 2.738 sono state svolte in Ticino (il cantone di lingua italiana, più frequentato dai lavoratori del nostro Paese), 1.558 in più rispetto all’anno prima. Seguono poi il canton Vaud (1.649; +143), Vallese (540; +130).
Dal Rapporto 2022 è emerso che i settori dove il problema del dumping è più diffuso, a fianco a quello del lavoro in nero, sono sempre gli stessi, cioè edilizia e manifatturiero.

Non sono mancati controlli sulle persone fisiche, 165.845 per l’esattezza, che hanno riguardato in particolar modo il segmento alberghiero e della ristorazione, così come i parrucchieri. Da questi con


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