Lavoro e Legge di Bilancio: quali sono le novità da non sottovalutare?

Di Alessio Perini 3 minuti di lettura
lavoro del futuro

Riduzione cunei salariali da verificare mensilmente, congedo parentale con alternativa all’80% tra padre e madre, lavoro agevolato fino all’autorizzazione Ue, buoni benzina anche per i privati, smart working sempre e solo con accordo individuale, lavoro incentivato con Riduzione della Pensione: sono alcune delle novità della Legge di Bilancio 2023 nel mondo del lavoro.

Esenzione INPS in busta paga

Partiamo dal cuneo fiscale, con una chiara esposizione della misura contenuta nell’art. 281 della Manovra. Prevede una riduzione del costo del lavoro pagato dai dipendenti di tre punti percentuali per le retribuzioni mensili fino a 1.923 euro, di due punti tra 1.923 euro e 2.692 euro. Il rimborso dei contributi va interamente agli stipendi e gli esperti si aspettano che il governo continui nella sua politica di riduzione del costo del lavoro. L‘Italia è al quinto posto nell’UE e nell’OCSE in termini di costo del lavoro più elevato, le tasse pesanti sui lavoratori e sulle imprese stanno “danneggiando l’economia”. Per questo è importante ridurre la pressione fiscale. È stato annunciato un obiettivo di riduzione del 5% a partire dal 2024, due terzi a carico del lavoratore e un terzo a carico dell’azienda.

Reclutamento semplificato

L’esenzione contributiva è aumentata (fino al 100%) per le assunzioni a tempo indeterminato di giovani sotto i 36 anni, con una proroga nel 2023 che eleva il limite a 8.000 euro, nonché per le trasformazioni a tempo indeterminato dei contratti a tempo determinato. Attenzione: la riduzione non si applica immediatamente, è necessario attendere l’autorizzazione dell’Estensione UE anche per l’esonero dall’assunzione delle donne, se si hanno i dati indicati nella slide. E’ considerato lavoratore dipendente senza lavoro regolarmente retribuito da almeno sei mesi in assenza di rapporto di lavoro subordinato con retribuzione annua superiore a 8.045 euro, ovvero superiore a 4.800 euro in conto proprio. Le assunzioni devono poi determinare l’incremento netto dell’occupazione, che, ricorda Tacconi, è calcolato come differenza tra il numero di dipendenti ogni mese e il numero medio di dipendenti nei 12 mesi precedenti. Cittadinanza, sempre con esenzione contributiva al 100% e fino a un massimo di 8mila euro (sempre previa autorizzazione della Ue). È importante sottolineare che la nuova esenzione è alternativa a quella esistente prevista dal D.Lgs. 4/2019. Che rimane in vigore  e consiste in uno sconto contributivo pari all’importo mensile del sussidio percepito dal lavoratore per un periodo pari alla differenza tra 18 e il numero di mesi  già in uso. In ogni caso, tale esenzione non può superare i 700 euro mensili e non può essere applicata per meno di cinque mesi (se invece il RdC è già stato rinnovato, viene utilizzato automaticamente solo per cinque mesi).

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