L’Assemblea di Confindustria: si apre la strada per strategie di ripresa sostenibile

Di Gianluca Perrotti 2 minuti di lettura
Wall Street

PNRR e Relazioni Sindacali, Riorganizzazioni Aziendali e Accordi Sindacali in Azione: Strategie di Ripresa Sostenibile dopo l’Assemblea di Confindustria.

La sfida per il governo e le parti sociali è creare le condizioni per una “ripresa duratura e sostenibile”, ha affermato il presidente del Consiglio Mario Draghi all’assemblea annuale di Confindustria.  Il presidente dell’associazione imprenditori, Carlo Bonomi, dibatte:  “Il vero punto non è il rimbalzo in corso quest’anno, la sfida è il tasso di crescita dal 2022 in avanti, che deve essere solido e duraturo”.

Una visione condivisa che proviene da Viale Astronomia ma che si estende tra tutti gli imprenditori e stakeholder del Belpaese. Si parte dal 6% di crescita del PIL italiano previsto per quest’anno (superiore al 4,5% stimato in primavera e più affidabile di altri Paesi europei), e altri dati positivi sulla ripresa dopo la coronavirus: produzione industriale, esportazione e mercato del lavoro.

Il rischio è che si tratti solo di un rimbalzo dopo due anni di esistenza del Covid, che, se non adeguatamente sostenuto, non porterà a una crescita sostenibile. Sulla base di questa visione condivisa, il capo del governo Mario Draghi e il presidente di Confindustria Carlo Bonomi hanno presentato proposte e delineato strategie.

Al centro della strategia di ripresa c’è il PNRR (Piano Nazionale di Risanamento e Resilienza), le prossime riforme e i rapporti di lavoro. In questo senso c’è un’analisi speciale del presidente del Consiglio e un impegno di Confindustria, che propone una nuova stagione di accordi con i sindacati, basata su tre temi specifici: sicurezza del lavoro, politica attiva, smartworking.

Mario Draghi ha citato i numeri della ripresa nella “NaDEF” ovvero  la Nota di aggiornamento al DEF che già da luglio ha fatto ben sperare il Paese: già durante questa estate la produzione industriale aveva  superato il valore registrato prima dell’inizio della pandemia, lo stesso valeva per il mondo del lavoro con dati confortanti in termini di occupazione (il numero di occupati è cresciuto di 440.000 persone).

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