(Money.it) Si torna a parlare del debito italiano e questa volta con un tono positivo: l’insostenibilità dei prestiti del nostro Paese è un allarme esagerato.
Ad affermalo è stato Erik Nielsen, Group Chief Economics Advisor di UniCredit, che ha anche spiegato il perché, offrendo prospettive più rosee all’Italia.
Come riportato da Bloomberg, secondo Nielsen, è “assurdo” affermare che i prestiti italiani sono insostenibili, anche se i mercati obbligazionari a volte potrebbero aver suggerito il contrario. Il focus sul debito pubblico del Paese come percentuale del Pil – attualmente superiore al 140% – è “fuorviante” ed è meglio considerare i pagamenti degli interessi come una quota delle entrate fiscali, ha dichiarato in un rapporto.
Cosa significa? Ecco come il debito italiano può essere ridimensionato.
Il debito italiano è l’allarme che non c’è: come calcolarlo davvero?
Secondo Nielsen, occorre partire dai pagamenti degli interessi come una quota delle entrate fiscali, con un rapporto del 9% l’anno scorso in Italia. L’analisi di un collega della banca italiana mostra che questo salirà al 10-11% in quattro o cinque anni, ha affermato Nielsen, osservando che il numero equivalente nel Regno Unito è attualmente dell’11,7%.
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