La stanza degli schiavi riemerge negli scavi di Pompei

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura
Wall Street

Altre news da Villa di Civita Giuliana di Pompei, riemerge, dopo la carrozza anteriore e la stalla con i resti di tre cavalli, anche  una stanza per gli schiavi perfettamente conservata

Lo riferisce un comunicato del Parco Archeologico di Pompei. Un camion da parata e una scuderia con i resti di tre cavalli – nel quartiere degli schiavi – di cui uno potrebbe abbagliare, sono già comparsi presso la casa di campagna, censita dal 2017. Gli scavi offrono una prospettiva insolita di una parte del mondo antico che generalmente rimane nelle tenebre, da cui emerge una porzione molto rara. Grazie alla perfezionata tecnica dello stampo inventata da Giuseppe Fiorelli nel XIX secolo, sono stati scoperti letti e altri oggetti realizzati con materiali deperibili, che hanno permesso di ricavare nuovi interessanti fatti sulle abitazioni e le condizioni di vita degli schiavi a Pompei e nel mondo romano.

Il ministro della Cultura Dario Franceschini afferma: “Pompei è la prova che quando l’Italia crede in se stessa e lavora come squadra, raggiunge traguardi eccezionali che sono ammirati in tutto il mondo. Questa incredibile scoperta a Pompei dimostra che oggi il sito archeologico è diventato non solo uno dei luoghi più frequentati al mondo, ma anche un luogo dove si fanno ricerche e si sperimentano nuove tecnologie. Grazie a questa nuova importante scoperta si arricchisce la conoscenza della vita quotidiana degli antichi pompeiani, soprattutto di quella parte della società che oggi è poco conosciuta. Pompei è un modello didattico unico al mondo”.

Il ritrovamento è avvenuto nei pressi del portico, dove nel gennaio 2021 è stato rinvenuto il carro cerimoniale, attualmente in fase di consolidamento e restauro. A pochi passi da dove era parcheggiata la preziosa auto e poco distante dalla stalla più vicina, scavata nel 2018, una delle umili stanze del personale che svolgeva i lavori quotidiani della villa romana.

“Questa è una finestra sulla realtà precaria di persone che raramente compaiono nelle fonti storiche scritte quasi esclusivamente da persone d’élite e quindi rischiano di essere invisibili nei grandi resoconti storici”, ha affermato l’amministratore delegato Gabriel Zuchtrigel. “Questo è il caso in cui l’archeologia ci aiuta a scoprire una parte del mondo antico di cui sappiamo poco”.

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