La siccità che avvolge il nostro mondo e pian piano lo ferisce

Di Barbara Molisano 3 minuti di lettura

Un febbraio senza pioggia acuisce il rischio siccità 2023.

Tra il 6 e il 15% degli italiani, oggi, secondo dati del Cnr vive in una zona che sta attraversando una fase di siccità severa o estrema.

Lo sottolinea l’Anbi ricordando che la crisi idrica non riguarda solo l’agricoltura ma anche, sempre di più, l’acqua per uso potabile. “Dati alla mano è lecito ritenere che, per almeno tre milioni e mezzo di italiani, l’acqua dal rubinetto non può più essere data per scontata” è il commento di Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue.

Il rischio siccità del 2023 è accentuato dalla scarsità di neve sempre più evidente.

Secondo i dati di Fondazione CIMA, le nevicate di fine gennaio hanno dato un sollievo solo momentaneo. Restava ancora un deficit del 35% di neve rispetto alla media degli ultimi 10 anni in termini di Snow Water Equivalent, cioè la riserva idrica contenuta nella neve. Questa percentuale sale al 61% nel bacino del Po. Circa il 60% dell’acqua del Po e dei suoi affluenti durante tutto l’anno dipende dalle nevi alpine.

Purtroppo, febbraio non ha aiutato. “Le temperature miti del mese in corso fanno sì che il già scarso manto nevoso nelle regioni alpine si assottigli ulteriormente. L’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po stima in 1.800 milioni di metri cubi il valore disponibile SWE (Snow Water Equivalent) su tutto il bacino padano”, specifica l’Anbi.

La situazione è critica al nord dove i fiumi stanno soffrendo.

In Piemonte, quasi tutti i corsi d’acqua hanno problemi: Sesia -74%, Stura di Demonte -52%, Stura di Lanzo -34%, Toce -46%. Solo Pesio e Tanaro stanno riprendendosi leggermente, ma sempre con portate inferiori all’anno scorso e più basse del 77,5% rispetto alla media. In Lombardia ha nevicato di più, ma i livelli nivologici restano il 59% sotto la media storica e le riserve idriche sono dimezzate, come l’anno scorso.

La situazione del fiume Po è drammatica lungo tutta la sua lunghezza, con portate al di sotto del minimo storico e inferiori al 2022, secondo l’Anbi. A Piacenza, la portata è -23,53%, ma più a monte lo scarto con la media arriva al -73%. A Torino, la portata è di 15,7 metri cubi al secondo, quando normalmente in questo periodo è 60,2. Quattro volte più bassa della norma. E verso la foce, a Pontelagoscuro, si è ormai vicini al limite minimo di portata per contrastare l’avanzamento del cuneo salino.

Condividi questo articolo
Exit mobile version