(Money.it) Nella trasformazione digitale in atto nella società anche la scuola deve innovarsi e integrare le nuove tecnologie nella didattica, ma quella che sarà la scuola del futuro è qualcosa di più e dovrà avere a che fare con temi come la sostenibilità e l’inclusione.
Sarà un ambiente fatto di classi ad assetto variabile, in cui la lezione frontale lascerà spazio alla condivisione di spazi e di tempi, di forme e di espressioni, in cui i banchi singoli non ci saranno più e gli elementi di arredo avranno sì le rotelle, ma per essere spostati alla bisogna e fare spazio alla creatività e alla condivisione, anche di responsabilità.
Lo si apprende da un progetto, un concept di scuola del futuro, presentato oggi in occasione della Milano Design Week (all’Opificio 31 in via Tortona 31 a Milano) e visitabile comunque fino a luglio.
Il progetto è basato sulle tecnologie che possono ampliare le possibilità di apprendimento e insegnamento oltre i confini dell’aula fisica ed è di fatto un’installazione realizzata da MR Digital ispirata al Future Classroom Lab della European Schoolnet dei Bruxelles e che ospita un modello di spazio di apprendimento progettato da Stefano Boeri Interiors, che mette al centro le nuove esigenze dei docenti e degli studenti e amplia le possibilità di studio oltre i confini dell’aula fisica.
Come ha detto proprio l’architetto Stefano Boeri durante l’inaugurazione, “oggi servono nuovi ambienti di apprendimento. Noi abbiamo immaginato una classe ad assetto variabile, che consenta modalità di insegnamento non più solo ex cathedra. L’assetto è variabile a seconda delle esigenze di insegnanti e studenti. È un luogo di sperimentazione, un laboratorio, sarà migliorabile”.
Perché un progetto per la scuola del futuro
Con il PNRR il Ministero dell’Istruzione nell’ambito della linea di investimento “Piano Scuola 4.0”, ha destinato 2,1 miliardi di euro per la trasformazione delle classi tradizionali in ambienti innovativi di apprendimento e nella creazione di laboratori per le professioni digitali del futuro. Facendo rapidi calcoli si tratta di 130mila euro per scuola, che devono essere spesi entro il 30 giugno.
Le scuole stesse hanno bisogno di stimoli creativi per capire come investire le risorse e uno di questi è proprio quello della revisione degli spazi, per promuovere una evoluzione dell’insegnamento, a favore di sostenibilità, inclusività, flessibilità e integrazione tra sp
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