La Sapienza è la migliore università italiana

Di Antonia De La Vega 2 minuti di lettura
Titoli Wall Street

L’Università La Sapienza di Roma è prima tra le università italiane. A dirlo è la classifica internazionale elaborata dal Center for World University Rankings (Cwur). La classifica, che elenca le prime 2.000 università internazionali su circa 20mila scrutinate, è basata su 4 indicatori: qualità dell’istruzione, l’occupabilità, la qualità della facoltà e la ricerca delle università di tutto il mondo

È quindi la prima tra quelle del Belpaese e la 113esima a livello mondiale e la 37esima a livello europeo. Nella classifica europea ha quindi guadagnato una posizione. La rettrice Antonella Polimeni afferma: “Il primato italiano di Sapienza è una conferma prestigiosa e significativa, ottenuta in un ranking elaborato sulla base di solidi criteri oggettivi  un riconoscimento dell’eccellenza e del lavoro di tutta la nostra comunità”

Sul podio invece delle migliori università al mondo ci sono l’Università di Harvard (USA), il Mit di Boston (USA) e alla Stanford University (USA). L’America è quindi il miglior posto dove recarsi per vivere alla grande il proprio futuro.

Nel Belpaese il secondo posto invece spetta all’Università di Padova che nella classifica mondiale si colloca al 170esimo posto. Nadim Mahassen, presidente del Center for World University Rankings, ha commentato i risultati delle università italiane: “Sebbene i risultati delle classifiche di quest’anno mostrino che l’Italia ha un buon sistema di istruzione superiore, ulteriori finanziamenti dovrebbero essere investiti nell’istruzione e nella ricerca se il Paese aspira ad aumentare la propria competitività sulla scena globale”.

Al terzo posto italiano della Center for World University Rankings, invece l’Università di Milano, al 179 posto nella classifica mondiale. “Poiché la ricerca è un fattore chiave per valutare le prestazioni delle istituzioni nazionali rispetto ai colleghi di tutto il mondo le università italiane avranno sempre più difficoltà a competere in futuro con le università d’élite ad alta intensità di ricerca se il governo non aumenta la spesa per la ricerca scientifica”.

 

 

 

Condividi questo articolo
Exit mobile version