La Russia ha violato la Convenzione di Ginevra, ecco cosa rischia adesso

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) La distruzione della diga di Nova Kakhovka rappresenta non solo uno dei più gravi disastri ambientali degli ultimi decenni, ma anche una violazione della Convenzione di Ginevra. I commentatori, oltre a raccontare il disastro ambientale e umano, con almeno 24 città allagate, hanno associato subito l’attacco alla diga a un “crimine di guerra”. Si fa infatti riferimento al Protocollo addizionale alle convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949, ovvero quello relativo alla protezione delle vittime dei conflitti armati internazionali. Tra le opere e le installazione che racchiudono forze pericolose ci sono per esempio dighe e centrali nucleari.

L’Istituto di Sismologia norvegese ha escluso la possibilità che il crollo sia di origine incidentale e ha confermato che si è trattata di un’esplosione. Improbabile, si legge dall’account Twitter dell’osservatorio, che la diga sia crollata accidentalmente a causa dei danni subiti dai bombardamenti degli ultimi 16 mesi di guerra. Al di là delle indagini sui responsabili, con Russia e Ucraina che si puntano il dito vicendevolmente contro, il problema dei civili è la sopravvivenza all’ennesimo crimine di guerra.

Infatti è in questa dicitura che in molti analisti stanno racchiudendo l’evento del 6 giugno. Cosa significa?

Crollo della diga, un disastro umano e naturale: è un crimine di guerra?

Con crimine di guerra di intendono tutte le azioni compiute durante un conflitto e che violano le principali norme (documenti,


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