La recessione è causata dall’avidità delle corporazioni. Parlano i dati

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) Uno dei luoghi comuni più popolari di Hollywood è la corporazione avida ed egoista il cui CEO vuole tutti i profitti per sé. A giudicare dai dati economici degli ultimi anni, questo stereotipo potrebbe non essere così lontano dalla realtà.

L’inflazione è alta. Tutti dovrebbero aver ricevuto la notizia ormai. La pandemia e la guerra in Ucraina hanno fatto lievitare i prezzi e il costo della vita. Tutto, dal pagamento dell’affitto alla spesa, dalle bollette della luce allo shopping natalizio, costa di più. E i salari non si sono adeguati, rimanendo ai livelli pre-pandemia.

L’Europa ha raggiunto un’inflazione a due cifre, con un picco vicino al 10% anche negli Stati Uniti. Al momento l’inflazione è ancora elevata al 6,1% nell’Eurozona e al 4,9% negli Stati Uniti.

Per ridurre l’inflazione, le banche centrali hanno aumentato i tassi di interesse. Da marzo 2022, la Federal Reserve americana, la Banca centrale europea e la Banca d’Inghilterra hanno aumentato i tassi di diversi punti percentuali.

Questa settimana, la Fed e la ECB probabilmente continueranno la loro politica restrittiva nonostante le promesse contrarie. L’aumento dei tassi di interesse probabilmente causerà una lieve crisi negli Stati Uniti. L’Eurozona, invece, è già entrata in recessione.

Perché l’avidità aziendale conta

Un recente sondaggio Ma


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