AGI – La parola d’ordine per la nuova Alitalia è discontinuità col passato. Parte da qui lo schema del piano industriale 2021-2025 di Ita Spa, presentato in conferenza stampa dal presidente Francesco Caio e dall’ad e dg, Fabio Lazzerini. Ita “parte come una startup, in totale discontinuità con il passato”, hanno sottolineato più volte i due manager spiegando che la loro azione è partita “da un assunto di base: che la crescita la si ottiene offendo servizi competitivi sul mercato” e che per questo il piano messo a punto è “meritevole dell’investimento dello Stato e anche di capitali privati”.
Che vuole dire ambire a una “sostenibilità economica, sociale e ambientale” con una compagnia “moderna, flessibile ed efficiente”. Ovvero con meno aerei, meno dipendenti e meno rotte. “Cinquantadue aeromobili nel 2021 e un numero di dipendenti che oscilla fra 5.200 e 5.500”, ha spiegato Lazzerini, “e non si faranno rotte non profittevoli, tanto per mettere la bandierina sulla mappa”. Parole che hanno scatenato l’immediata, dura reazione dei sindacati che hanno definito il piano “inaccettabile”.
Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltras
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