(Money.it) Il prezzo del petrolio sale per la terza sessione e la spinta maggiore arriva da un avvertimento a tutto il comparto dalla potente Arabia Saudita, che ha messo in guardia i venditori allo scoperto, suggerendo che l’OPEC+ potrebbe ridurre ancora la produzione e far balzare le quotazioni.
Nel dettaglio, i futures sul greggio WTI viaggiano sui 73,65 dollari al barile verso le 9.40 italiane, con un aumento dell’1% e il Brent scambia a 77,44 dollari al barile, registrando un +0,79%.
Entrambe le quotazioni stanno mostrando un netto balzo in avanti rispetto alla giornata di ieri, con i timori di una compressione dell’offerta che sono aumentati in seguito alle dichiarazioni del ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita e ai dati sulle scorte di petrolio greggio e carburante statunitensi: cosa si prevede per il settore oil?
Sul prezzo del petrolio pesano diversi fattori: dai timori della recessione e crisi Usa fino al ruolo dell’OPEC, desiderosa di mantenere le quotazioni su un certo livello. Cosa succede e perché il prezzo del greggio sta salendo?
L’Arabia Saudita dà la spinta al prezzo del petrolio
Il ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita ha detto che avrebbe lasciato i venditori allo scopert
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