La liquidazione TFS non può essere rateizzata. Lo dice il Tar definendolo “illegittimo”

Di Antonia De La Vega 2 minuti di lettura
Wall Street

Non abbiamo lavorato a rate perché ricevere a rate il TFR / TFS? Il Tar del Lazio si pronuncia: la normativa del 2014 è contro la Costituzione e occorre rivederla anche se era volta al contenimento della spesa pubblica e riguardava i dipendenti di tutte le Pubbliche Amministrazioni

Secondo l’ordinanza n. 6223 del 17 maggio 2022. “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Rateizzare il TFR / TFS è  in contrasto con quanto previsto dall’articolo 36 della Costituzione e quindi il TAR ne mette in evidenza i profili di incostituzionalità.

La dilazione al lavoratore del l TFR / TFS non può essere possibile e non può essere ammessa. Perché? la misura che non consente la dilazione è finalizzata al contenimento della spesa pubblica e coinvolge i dipendenti di tutte le Pubbliche Amministrazioni, come stabilito dalla Legge di Bilancio del 2014. Ma disposizione che impone al lavoratore di aspettare un altro anno per l’erogazione del TFR fa “a botte con quanto sancito dalla nostra  Costituzione”.

L’allungamento delle tempistiche della normativa sulla liquidazione a rate della buonuscita dei dipendenti pubblici, secondo il TAR deve cessare e la Corte Costituzionale dovrebbe esprimersi definitivamente sulla questione della legittimità della rateizzazione del TFR per gli statali. Secondo il Tar del Lazio infatti i tempi di liquidazione della buonuscita per gli statali sarebbero eccessivamente lunghi in virtù di quanto previsto dalla normativa del 2014 che ha stabilito l’erogazione differita e dilazionata del TFR, per importi che superano la soglia di 50mila euro lordi.

Per chi ha lavorato una vita quindi dovranno arrivare i soldi in un’unica soluzione per non violare l’articolo 36 della Costituzione. Occorre far quadrare il bilancio ma non a discapito dei lavoratori anche per importi che superano la soglia di 50mila euro lordi.

 

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