La generazione X che non riesce a non preoccuparsi dell’inflazione

Di Antonia De La Vega 4 minuti di lettura
lavorare durante la pensione

L’inflazione è diventata una vera grande preoccupazione per  la Generazione X ( ovvero quella dei 50enni) che rispetto alle altre fasce di età si interroga sul futuro e sul presente. A dirlo una ricerca condotta da State Street Global Advisors e riportata dall’emittente CNBC. La ricerca prende in esame i risultati di un sondaggio condotto su 243 adulti con un patrimonio investibile pari o superiore a 250.000 dollari.

Perché proprio la generazione X?

La Generazione X è quella che si trova “ina una terra di mezzo” ovvero non più giovane e più vicina alla pensione. proprio pe rquesta categoria di persone  l’inflazione sembra pesare di più e questo risulta anche facile da comprendere. Interessa molto meno ai millennial (età compresa tra i 26 e i 41 anni) e ai baby boomer (età compresa tra i 58 e i 76 anni), ma davvero tanto alla una quota di appartenenti alla generazione X (età compresa tra i 42 e i 57 anni) che è preoccupata per le prospettive economiche future, per il mantenimento del proprio tenore di vita e per il pensionamento.

Cosa dice lo studio preso in esame

Brie Williams, responsabile della gestione delle pratiche di State Street Global Advisors afferma: “La generazione X sta mostrando segni di stress, con le maggiori preoccupazioni per l’inflazione… le prospettive economiche del Paese, la volatilità dei mercati e la capacità di mantenere la rotta”. 

Preoccupano  la Generazione X una serie di fattori nonostante l’inflazione sembra essersi ridotta a luglio. Ma “un dato felice” non “fa primavera” infatti negli Usa dove è stata svolta la ricerca:

  • l‘indice dei prezzi al consumo è aumentato dell’8,5% rispetto a un anno prima
  • La Federal Reserve ha aumentato più volte il tasso di interesse di riferimento nel tentativo di rallentare l’inflazione e si prevede che il mese prossimo effettuerà un altro aumento.

Quali sono stati i rimedi messi in campo dai 50enni?

La generazione X ha tagliato le spese senza però togliere fondi ai risparmi per la pensione: ridotti i contributi ai loro risparmi regolari (36% contro 18% per le altre generazioni), ma non ai loro conti pensionistici. Ad incidere sulle pensioni è stato solo  il 5%,  rispetto al 18% dei millennial e all’11% dei boomers.

Una quota della generazione X  pari al 61%  ha ridotto  le spese discrezionali, come i pasti fuori casa. Tra i millennial la percentuale è del 37% e tra i boomers del 54%. Ha ridotto anche gli acquisti di prima necessità (generi alimentari o la benzina):  il 41% della Generazione  X ha tagliato di più rispetto ai millennial (26%) e ai boomers (21%).

Continua l’esperto: “Penso che le azioni stanno dimostrando di essere relativamente prudenti finora. Il taglio della cinghia e gli aggiustamenti delle spese e degli obiettivi finanziari a breve termine potrebbero avere dei benefici in futuro. Questa fascia d’età “sta cercando di fare affidamento sulla propria capacità di recupero per orientarsi nel futuro. Quando si vede che i giovani della Gen X adottano un [approccio] prudente… significa che attenersi a una disciplina di bilancio o di investimento sarà più facile quando l’economia migliorerà”.

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