La celiachia è legata agli inquinanti organici

Di Valentina Ambrosetti 4 minuti di lettura

La celiachia è un’intolleranza persistente al glutine che deriva da un’infiammazione autoimmune cronica dell’intestino tenue. Nel mondo, si stima che la malattia colpisca l’1% della popolazione, colpendo 600.000 persone in Italia. I sintomi includono gonfiore e dolore, diarrea, perdita di peso e in alcuni casi anche emicrania, che possono essere dovuti a una componente autoimmune della malattia. Non esiste una cura per la celiachia: l’unica soluzione per chi soffre di celiachia è seguire una dieta priva di glutine.

Diversi studi hanno dimostrato che la celiachia ha una componente genetica: i bambini e i fratelli di persone celiache hanno maggiori probabilità di sviluppare la malattia.

L’esposizione a sostanze tossiche aumenta di 8 volte la probabilità di sviluppare la malattia

La relazione tra celiachia e fattori ambientali che possono influenzare il rischio nelle popolazioni geneticamente suscettibili è stata poco studiata. Fino al presente studio, che ha analizzato l’impatto degli inquinanti organici persistenti (POP) sullo sviluppo della malattia. Poiché i POP sono noti perturbatori endocrini e data l’interazione tra il sistema endocrino e il sistema immunitario, i ricercatori hanno ipotizzato che queste sostanze abbiano probabilmente un ruolo nel causare la celiachia.

Pesticidi e celiachia

I ricercatori hanno analizzato i livelli di sostanze chimiche tossiche nel sangue di 30 bambini e giovani adulti di età compresa tra 3 e 21 anni a cui era stata recentemente diagnosticata la celiachia al Langone Hassenfeld Children’s Hospital di New York City.

Hanno poi confrontato i risultati con quelli di altri 60 giovani della stessa età, sesso ed etnia. Pertanto, si è scoperto che un alto livello di sostanze chimiche tossiche presenti nel sangue corrisponde anche a un aumentato rischio di celiachia. In particolare, i giovani adulti con concentrazioni sieriche più elevate del pesticida diclorodifenildicloroetilene (DDE) avevano il doppio delle probabilità di sviluppare la celiachia. Lo studio ha anche mostrato che il rischio è maggiore per le ragazze.

Celiachia e PFAS: aumenta il rischio

Lo studio ha scoperto che non solo i pesticidi, ma anche i PFAS possono svolgere un ruolo nell’aumentare il rischio di celiachia. PFAS è l’acronimo di sostanze perfluoroalchiliche, composti utilizzati sin dagli anni ’50 come emulsionanti e tensioattivi nei prodotti per la pulizia, formulazioni insetticide, rivestimenti protettivi, schiume antincendio e vernici. Trovano impiego anche nella produzione di indumenti impermeabili, nei prodotti per stampanti, pellicole fotografiche e superfici murali, nei materiali per la microelettronica. I PFA sono utilizzati anche nei rivestimenti per imballaggi alimentari, come contenitori per fast food o scatole per pizza da asporto, e sono presenti negli articoli che contengono PTFE, meglio noto come Teflon, un materiale noto soprattutto per il suo utilizzo. in una padella antiaderente.

Gli studi hanno dimostrato che le giovani donne con livelli elevati di queste sostanze avevano da 5 a 9 volte più probabilità di sviluppare la celiachia. Naturalmente, saranno necessarie ulteriori ricerche per dimostrare che le sostanze tossiche analizzate in questo studio sono, di fatto, la causa diretta della celiachia.

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