La bomba dei tassi di interesse è pronta a esplodere per 5 motivi

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
Wall Street

(Money.it) Con i tassi di interesse che continueranno a salire nelle principali economie mondiali, una nuova bomba finanziaria potrebbe esplodere, secondo diversi analisti.

I mercati, infatti, sono in allerta su quali settori cederanno sotto il più brusco balzo del costo del denaro degli ultimi decenni, con i grandi movimenti al rialzo sui tassi di questo mese in Eurozona, Gran Bretagna e Norvegia a ricordare che la stretta non è finita.

Le banche centrali potrebbero aver bisogno di più tempo per abbassare l’inflazione e le turbolenze potrebbero rendere il processo ancora più lungo, avverte il Fondo monetario internazionale.

La stabilità sui mercati riconquistata dopo l’allarme bancario Usa – da tenere comunque sotto controllo – rimane sotto attacco. E non solo per effetto diretto delle decisioni delle banche centrali o dei dati sull’inflazione: l’allerta comprende anche le tensioni in Russia, che forniscono un’altra possibile causa di stress.

La bomba dei tassi di interesse, quindi, può esplodere per almeno 5 motivi.

1. Bolla immobiliare scoppierà con mutui da record?

Se le speranze di porre fine agli aumenti dei tassi della Federal Reserve danno impulso al mercato immobiliare statunitense, gli immobili residenziali europei stanno invece soffrendo per gli aumenti dei tassi.

I tassi del Regno Unito sono balzati al 5% dallo 0,25% di due anni fa e 2,4 milioni di proprietari di case passeranno dai mutui a tasso fisso a basso costo a tassi molto più alti entro la fine del 2024, secondo le stime dell’ente bancario UK Finance.

La Svezia, dove i tassi sono aumentati di nuovo giovedì, è da tenere d’occhio con la maggior parte dei mutui per i proprietari di case che si muovono di pari passo con i tassi. In Eurozona la situazione è ugualmente drammatica, con la Bce che ha affermato nel suo bollettino economico: “Ad aprile i tassi sui prestiti hanno raggiunto il livello più alto da oltre un decennio, attestandosi al 4,4% per i


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