Jackson Hole: cosa dirà Powell? Le attese degli asset manager

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura

(BorsaeFinanza.it) Ha aperto i battenti ieri sera a Jackson Hole, in Wyoming, il simposio dei banchieri centrali organizzato dalla Federal Reserve. Investitori e analisti di mercato guardano tuttavia alla giornata odierna che ha in agenda l’intervento del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, alle 16:00 italiane. Un discorso che arriva venticinque giorni prima della riunione del Fomc di settembre, quella in cui tutti si aspettano almeno una pausa nel rialzo dei tassi di interesse.

È difficile che il numero uno della Banca centrale USA si sbilanci su quanto potrebbe accadere nella riunione di settembre ma ogni parola del suo intervento verrà analizzata in profondità. Ecco quello che si aspettano Blerina Uruci capoeconomista di T. Rowe Price, Jack Jansiewicz portfolio manager di Natixis IM, Eoin Walsh gestore di portafoglio di TwentyFour AM e Monder Battaieb-Loriot responsabile Corporate bond di Vontobel AM.

Tassi Fed: probabile un nuovo aumento

Jerome Powell farà di tutto per non distaccarsi dal sentiero tracciato nei Dot Plot di giugno nel suo discorso a Jackson Hole. Secondo le previsioni tracciate dai membri del Fomc nell’ultima riunione della Fed, un ulteriore rialzo dei tassi di interesse dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno. Blerina Uruci ritiene che avverrà a ottobre/novembre. Il mese prossimo, pertanto, i tassi di interesse dovrebbero essere confermati nell’intervallo 5,25%-5,50%.

“L’evoluzione dei dati da giugno suggerisce che le previsioni del Fomc sulla crescita e sul tasso di disoccupazione erano troppo pessimistiche – spiega Uruci -. Sarebbe difficile giustificare un minor numero di aumenti dei tassi se le prospettive economiche saranno più forti di quanto previsto”.

Per la capoeconomista di T. Rowe Price la debolezza dell’inflazione mostrata negli ultimi dati – 3% a giugno su base annua – è legata al calo dei prezzi di auto, biglietti aerei e servizi di ospitalità, ossia i comparti più volatili. Meglio guardare all’inflazione Core Personal Consumption Expenditures che Uruci attende in luglio più forte rispetto al dato sui prezzi al consumo headline: “Il progresso della disinflazione nei dati PCE è stato più lento, il che significa che non stiamo ricevendo un segnale inequivocabile da tutte le misure dell’inflazione”.

Anche per quanto riguarda l’andamento del mercato del lavoro


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