(Money.it) La decisione dell’Italia di esaudire la richiesta degli Stati Uniti di dissuadere Pechino dall’invadere Taiwan potrebbe essere stata una mossa azzardata. Entro fine anno, infatti, dovrebbe salpare una portaerei per l’Indo-Pacifico giungendo infine in Giappone.
È questa la decisione presa dal Governo dopo l’incontro nei giorni scorsi a Washington tra il capo di Stato Maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone, candidato alla guida del Comitato militare della Nato, e il suo omologo Mark Milley. Incontro durante il quale si è discusso non solo della riunione di Ramstein del gruppo di contatto per aiutare Kiev, di cui l’Italia sta potenziano l’artiglieria, ma anche e soprattutto delle preoccupazioni degli Stati Uniti per Taiwan. Specialmente dopo che il presidente cinese Xi Jinping ha ordinato ai suoi militari di essere pronti a invadere l’isola entro il 2027.
A questa richiesta, però, se ne aggiunge una seconda che potrebbe avere ripercussioni significative a livello economico per l’Italia; ossia la richiesta di non rinnovare l’accordo sulla Nuova Via della Seta, come recapitato al ministro dell’Economia Giorgetti durante i vertici di primavera di Fmi e Banca Mondiale. Richieste queste che denotano come la priorità di Washington al momento sia la Cina, ma che potrebbero comportare gravi rischi per l’Italia e non solo. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Mossa azzardata dell’Italia contro la Cina: ecco cosa ci hanno chiesto gli Usa e perché
Le richieste degli Stati Uniti all’Italia sono ben precise e si inseriscono in un contesto geopolitico che vede la Cina non solo avanzare ed espandersi a livello economico e commerciale, potendo competere con Washington, ma avere in progetto anche l’espansione territoriale, tentando di conquistare Taiwan. Isola che è al centro degli interessi storici, politici ed economici di Cina e Usa.
L’invio di una portaerei italiana nella regione indo-pacifica ha lo scopo di mandare un messaggio unitario da parte degli alleati sul piano politico e militare a Pechino. Messaggio quanto mai necessario, specialmente dopo le affermazioni del presidente Macron che potrebbero esporre Taipei a maggiori rischi di attacco.
L’invio di navi italiane nell’Indo-Pacifico non è solo un invito, ma un’operazione concret
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