Italia, che errore: donati all’Ucraina cannoni che non funzionano

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) L’Italia fornisce armi all’Ucraina, tra dibattiti e polemiche sulla migliore posizione da adottare in merito al conflitto, la scoperta: mandati cannoni non funzionanti. Una notizia riportata dal Financial Times su informazione del consigliere della Difesa di Kiev, che riporta l’arrivo di 20 cannoni semoventi pronti per la rottamazione. Sembra l’esito di una tragicommedia, perlomeno il governo italiano sembra aver imparato dall’errore e parte del secondo lotto di cannoni inviato durante Pasqua è già operativo sul campo di battaglia.

È però inevitabile chiedersi come sia potuto accadere un errore così grossolano, soprattutto visto che l’attenzione del governo, così come quella mediatica e cittadina, sembra prendere in seria considerazione la questione. Tra chi sostiene il dovere italiano di supportare l’Ucraina e chi si schiera contro l’invio di armi (in parte per pacifismo, in parte per non rischiare ripercussioni per un’alleanza poco profittevole), alla fine l’Italia ha involontariamente messo in atto un compromesso beffardo: i cannoni sì, vengono inviati, ma tanto non funzionano.

I cannoni che non funzionano donati all’Ucraina devono rientrare

Poco più di due settimane fa, a Udine è transitato un treno di carri armati diretto a Est. Il video del trasporto dei mezzi militari ha presto conquistato l’attenzione dei media e dei social e non sono mancate importanti divergenze di opinioni. Circa una ventina di carri semoventi M109, proprio come quelli che si sono rilevati non funzionanti e che erano stati, invece, inviati già a settembre.

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