ISTAT: MICRODATI INDAGINE SULLE SPESE DELLE FAMIGLIE

Di Gianluca Perrotti 3 minuti di lettura

L’Istituto Nazionale di Statistica mette a disposizione i dati di uno studio volti a indagare le spese delle famiglie italiane con lo scopo di rilevare i comportamenti di spesa delle famiglie residenti nel nostro Paese e a fotografare le difficoltà che si trovano a fronteggiare.

Quali dati sono indagati dall’ISTAT?

Oggetto della rilevazione sono tutte le spese sostenute dalle famiglie residenti per acquistare beni e servizi destinati al consumo familiare o per effettuare regali a persone esterne alla famiglia. In tale definizione rientrano anche i beni provenienti dal proprio orto o dalla propria azienda agricola direttamente consumati dalla famiglia (autoconsumi) o regalati, i beni e servizi forniti dal datore di lavoro ai dipendenti a titolo di salario o per prestazioni di servizio, gli affitti stimati delle abitazioni occupate dai proprietari o godute a titolo gratuito (affitti figurativi).

Alimentazione domestica

Nel 2020 aveva raggiunto per i ben noti motivi ( pandemia) una quota di spesa di 25 anni prima, è ancora al 16,2% nell’anno in corso (e a più 78 euro rispetto al 2019 come valore assoluto in termini reali): quindi, ancora un punto percentuale sopra i parametri del 2019. La sostituzione, di ritorno, rispetto ai consumi fuori casa, si completerà soltanto nel 2024, quando si dovrebbe tornare alla normalità.

Inizia bene il 2022 ma è crisi

Nonostante il positivo andamento registrato nel 2021 (+5,4%) e il prolungarsi  anche nel 2022 di un’evoluzione positiva (+2,6%) i consumi delle famiglie, in termini aggregati, sono ancora distanti
dai livelli di spesa e dalle abitudini di consumo precedenti la pandemia. Ancora oggi si confermano differenziali importanti per le spese per il tempo libero, la socialità e la convivialità, i viaggi, le vacanze e la mobilità. Per il 2022 si stima un incremento, rispetto all’anno precedente, della spesa per residente (ai prezzi del 2022) di 539 euro che però è insufficiente e mantiene l’anno in corso ancora inferiore al 2019 per 587 euro. Per la prima volta nella storia economica dell’Italia sia il fatturato del terziario di mercato sia la spesa delle famiglie per la fruizione di servizi hanno mostrato riduzioni nelle rispettive quote. Ma, allo stesso tempo, i trend di recupero appaiono ben tracciati, anche se il percorso di riequilibrio è lento, e in salita, stanti le recenti tensioni inflazionistiche che ostacolano la normalizzazione dei consumi.

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