Dopo soli cinque mesi la protezione del vaccino dopo la seconda dose scende al 30 per cento, la terza dose ( il booster) diventa fondamentale per essere protetti. Il rischio di terapia intensiva per i non vaccinati rispetto a chi ha la terza dose è di 85 volte maggiore per gli over 80, 12,8 volte maggiore per i 60-79 e 6,1 volte maggiore per i 40-59
I dati arrivano dal rapporto dell’ ISS – Istituto Superiore di Sanità che disegna il quadro del Belpaese ed evidenzia che la protezione del vaccino covid scende al 30,1% a 5 mesi dalla seconda dose ma risale dopo la somministrazione della terza dose.
I numeri ci fanno comprendere l’importanza della terza dose in un contesto caratterizzato dalla diffusione della variante Omicron. Dal report si legge: “Dopo 150 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, l’efficacia del vaccino nel prevenire la malattia, sia nella forma sintomatica che asintomatica, scende dal 71,5% a 30,1%. Rimane elevata l’efficacia vaccinale nel prevenire casi di malattia severa, in quanto l’efficacia del vaccino nei vaccinati con ciclo completo da meno di 150 giorni è pari al 92,7% mentre cala all’82,2% nei vaccinati che hanno completato il ciclo da oltre 150 giorni. L’efficacia nel prevenire la diagnosi e i casi di malattia severa sale rispettivamente al 71,0% e al 94,0% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster”.
L’IstitutoSuperiore dei Sanità evidenzia che in età scolare, quasi la metà dei casi registrati, sono nella fascia 6-11 anni. “Nell’ultima settimana, si conferma l’andamento osservato nella precedente, con il 26% dei casi totali diagnosticati nella popolazione di età scolare (<20 anni). Il 48% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nella fascia d’età 6-11 anni, il 36% nella fascia 12-19 anni e solo il 11% e il 5% sono stati diagnosticati, rispettivamente tra i 3 e i 5 anni e sotto i 3 anni.
Inoltre da un Twitter dell ISS si legge che “Il rischio di terapia intensiva per i non vaccinati rispetto a chi ha la terza dose è: 85 volte maggiore per gli over 80; 12,8 volte maggiore per i 60-79; 6,1 volte maggiore per i 40-59”.