Israele, la riforma della giustizia spiegata in modo semplice

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura
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(Money.it) Negli ultimi mesi lo Stato di Israele è teatro di una spaccatura interna alla popolazione, espressione del dissenso dei cittadini verso la nuova riforma della giustizia proposta dal governo di Netanyahu.

Nella sola giornata di ieri, una folla record di 630.000 persone è scesa in piazza nei principali centri nazionali per il dodicesimo sabato consecutivo di mobilitazione. Una risposta così massiccia e prolungata ha dato origine ai primi cedimenti interni dell’esecutivo.

Il ministro della Difesa Yoav Gallant e il ministro dell’Agricoltura Avi Dichter si sono infatti espressi pubblicamente contro il prosieguo dell’iter legislativo. Il timore più grande è probabilmente l’intensificarsi degli scontri in strada essendo già circolate le dichiarazioni dei gruppi civili con cui veniva indetta una «settimana di paralisi». Si prospettano infatti scioperi e proteste quotidiane in numerose città, in particolare davanti alle case e agli uffici dei ministri e dei parlamentari della coalizione e alla Knesset. L’obiettivo è chiaro: impedire con ogni mezzo che mercoledì, giorno in cui è prevista l’approvazione della legge, si concretizzi questo cambio di passo.

Ma quali sono le rivendicazioni dei manifestanti? Contro quali provvedimenti si stanno scagliando? Cerchiamo di spiegarlo in breve capendo cosa potrebbe accadere da qui al 29 marzo.


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