Investimenti: 10 temi per i prossimi 10 anni

Di Redazione FinanzaNews24 3 minuti di lettura

(BorsaeFinanza.it) Per scaramanzia è meglio non dirlo a voce troppo alta ma forse i mercati finanziari e l’economia mondiale si stanno “normalizzando”. I tassi di interesse sono usciti dalla lunga parentesi di quota zero, l’inflazione è tornata a essere il nemico da combattere, le obbligazioni sono tornate a fare le obbligazioni e le catene di fornitura globali stanno ritrovando un nuovo equilibrio. In questo scenario, che ha comunque diversi punti caldi ancora in azione, come per esempio la guerra tra Russia e Ucraina, c’è chi guarda ai prossimi anni e a quali potrebbero essere gli investimenti più interessanti.

Un esercizio che ha provato a fare Matteo Astolfi, responsabile Client group Italy di Capital Group, selezionando 10 temi di investimento per il 2023 che potrebbero estendersi anche ai prossimi anni.

Investimenti, i 10 temi per il futuro

Gli eventi degli ultimi anni, a cominciare dalla pandemia, hanno trasformato il mondo in cui viviamo. Matteo Astolfi parla di “nuova realtà” che potrebbe definire i mercati globali nel prossimo decennio e che rende necessario un riallineamento di aspettative da parte degli investitori. Le linee lungo le quali gli investimenti potrebbero muoversi nei prossimi anni sono dieci:

  • Dividendi
  • Nuova crescita
  • Leader globali
  • Salute
  • Rinascimento industriale
  • Reshoring
  • Obbligazioni core
  • Credito
  • Alto rendimento selettivo
  • Il nuovo 60/40

Matteo Astolfi, responsabile Client Group di Capital Group I dividendi non hanno mai abbandonato le strategie degli investimenti. La pandemia da Covid-19 ha rappresentato un intervallo che ora è stato ampiamente superato. Matteo Astolfi ritiene che con il rallentamento della crescita e l’aumento del costo del capitale le cedole torneranno a garantire un contributo di stabilità ai rendimenti dei portafogli. “I dividendi hanno rappresentato solamente il 16% dei rendimenti totali negli anni 2010, ma la media storica si è attestata intorno al 38%, con un picco al 72% durante l’inflazione degli anni Settanta” osserva Astolfi che individua le opportunità migliori nei settori industriali, nei servizi di pubblica utilità e nella sanità.

Il secondo tema porta a distinguere le imprese che sono inserite in settori ormai maturi, con una concorrenza serrata che porta a una riduzione dei margini, dalle imprese che “stanno semplicemente attraversando un rallentamento ciclico”. Tra le prime, secondo Astolfi, ci sono le società di streaming di contenuti e i social network. In questo caso “gli investitori devono foca


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