Inversione di tendenza: dagli spazi comuni all’idea della privacy

Di Antonia De La Vega 2 minuti di lettura
Wall Street

 Gli antichi romani hanno ragionato in modo molto contemporaneo nella gestione degli spazi: hanno creato una rete di servizi in cui tutto ciò che occorre è messo in collegamento. Hanno dato un schema di città e anche delle grandezze.

Un esempio di ciò è la città di Torino nata proprio dallo schema di accampamento romano.

La storia della città inizia con i morti

Gli uomini hanno imparato a seppellire i morti ed imparano a custodirli e si stanziano in un posto partendo “dalla morte”. Il corpo del mio caro è accanto a quello del tuo caro. Ciò avviene già nel Paleolitico e la cura dello spazio dedicato ai nostri cari deve essere pulito come un impegno comune perché “noi li torneremo, perché li giace il mio affetto, una parte di me che visito in Pellegrinaggio”.

Avere un corpo solido che si unisce ad un corpo fluido

Quando noi usiamo la parola città in epoca cristiana lo usiamo per indicare due città diverse: la città di Dio, ordinata, gestita, protetta, perfetta ma anche spietata, e poi c’è la città degli uomini. Separano il mondo inanimato da quello animato: come la differenza francese tra “ville” e “cité”.

La nuova tendenza lusso dell’abitare

Ora nel mondo contemporaneo tutto è cambiato. Si tende a desiderare case che abbiamo uno spazio esterno ma che sia in grado di preservare la privacy. Siamo passando dal bisogno della “città delle relazioni” al bisogno delle “relazioni per scelta”. E questa è una tendenza soprattutto di gente in una situazione economica di vantaggio che in un’epoca in cui i social creano una vetrina della nostra vita h24 chi economicamente può permetterselo preferisce ricercare uno spazio abitativo “privat0” che ripugna il caos e la bruttezza per avere un’armonia di equilibrio e di stucchi pulito che da alla tua vita ordine ed “identità celata”.

 

 

 

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