Intesa Sanpaolo: ok di Putin a uscita dalla Russia, cosa fare con l’azione?

Di Redazione FinanzaNews24 4 minuti di lettura

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Finalmente l’addio alla Russia. Intesa Sanpaolo, dopo un anno di tentativi è stata autorizzata con un decreto firmato dal presidente russo Vladimir Putin a vendere o trasferire il 100% delle sue attività nel paese. La notizia è stata rivelata da Bloomberg e confermata dai media di Stato russi che hanno pubblicato il testo del provvedimento che dà il via libera a “operazioni comportanti direttamente o indirettamente la costituzione, modifica, cessazione dei diritti di proprietà, uso e/o disposizione sul 100% delle azioni”.

Il 16 marzo scorso, la banca guidata da Carlo Messina aveva fatto reso noto di avere 28 filiali e 980 dipendenti in Russia, con crediti alla clientela pari a circa l’1% dei crediti a clientela totali del gruppo. Poco dopo l’inizio della guerra tra Russia e Ucraina la banca – come molte altre società – aveva annunciato l’intenzione di abbandonare il mercato e da allora ha ridotto la sua esposizione di oltre il 75%, dagli oltre 2,7 miliardi di euro del giugno 2022, portandola ad appena lo 0,2% del totale dei prestiti alla clientela.

L’uscita definitiva dalla Russia è stata però resa più complicata da un lato dalle sanzioni occidentali che colpiscono i potenziali acquirenti delle banche, dall’altro da Putin stesso che ha deciso di inasprire i requisiti di uscita allo scopo di fermare la diaspora dovuta alla guerra.
Adesso finalmente la situazione sembra essersi sbloccata e il presidente russo avrebbe dato il via libera all’uscita di Intesa Sanpaolo tramite un’ordinanza che, secondo alcuni osservatori, potrebbe rappresentare un cambio di rotta del Cremlino che spiana la strada ad altri istituti finanziari decisi ad abbandonare il paese.

Azioni Intesa Sanpaolo: ritracciamento dopo il rimbalzo sul supporto a 2,3500

Le azioni Intesa Sanpaolo, quotate sul FTSE Mib di Borsa Italiana, sembrano essere impostate al rialzo nel breve termine nonostante la performance negativa registrata nella seduta di venerdì (-1,80%). Dopo un’apertura in gap down (subito ricoperto nell’intraday) le quotazioni hanno intrapreso un andamento fortemente ribassista che le ha portate a realizzare un minimo sul livello 2,3980, per poi andare a chiudere sul finale non distante a quota 2,4035.

Dopo il triplo massimo formatosi tra la fine di agosto e la metà di settembre in area 2,5220 le quotazioni sono state caratterizzate da una fase ribassista arrestatasi in prossimità del minimo sul livello 2,3500. Da quel momento è seguito un rimbalzo apparentemente convincente che ha però trovato un ostacolo sulla resistenza presente a quota 2,4500. Questo spiega la negatività di queste ultime due sedute.

Per i trader più ottimisti potrebbe trattarsi solo di un fisiologico ritracciamento che non intacca la struttura rialzista del grafico nel breve periodo e, inoltre, permetterebbe di entrare sul titolo a prezzi più convenienti. Per chi preferisce essere più prudente, invece, poiché proprio venerdì i corsi si sono riportati al di sotto della media mobile a 25, diventa necessario monitorare con attenzione quest’ultimo indicatore e aspettare con pazienza un suo recupero.

Dal punto di vista operativo, pertanto, l’ingresso in posizioni long è consigliabile al superamento del livello 2,4505 con target nell’intorno dei 2,5105 euro, mentre le posizioni ribassiste potranno essere aperte solo alla violazione di quota 2,3980 con obie


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