Intelligenza artificiale: Cathie Wood risponde a Borsa&Finanza

Di Redazione FinanzaNews24 5 minuti di lettura

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L’innovazione dirompente – disruptive innovation – è il focus di investimento dei fondi ARK. Genomica, cryptoasset e valute digitali, robotica, esplorazione spaziale, innovazione fintech e naturalmente l’intelligenza artificiale sono solo alcuni dei grandi temi “disruptive” che guidano il cambiamento globale e che sono alla base delle strategie si ARK Invest, il gruppo dell’asset management fondato nel 2014 e guidato da Cathie Wood

“L’intelligenza artificiale consentirà l’aumento di produttività più massiccio della nostra storia” ha dichiarato Wood in una recente intervista a Yahoo Finance Live. Ormai è ben chiaro quali siano le potenzialità di questa nuova tecnologia che, per alcuni aspetti, intimorisce. Per questo Borsa&Finanza ha pensato di mettere a confronto Cathie Wood con alcune domande prodotte proprio dall’intelligenza artificiale in questa esclusiva intervista.

Può illustrarci l’approccio e le strategie di investimento di ARK Invest, in particolare per quanto riguarda le tecnologie emergenti e le innovazioni disruptive?

Cathie Wood, fondatrice e ad di ARK Invest “Attraverso un processo di ricerca aperto, cerchiamo di identificare le aziende al centro di innovazioni intersettoriali come l’intelligenza artificiale, la robotica, lo stoccaggio di energia, il sequenziamento del DNA e la blockchain. Crediamo che l’innovazione disruptive provochi una rapida riduzione dei costi, sia trasversale ai settori e generi ulteriore innovazione. Attraverso un processo d’investimento iterativo, che combina ricerca top-down e bottom-up, ARK mira a identificare precocemente queste innovazioni, a capitalizzare le opportunità e a fornire valore a lungo termine agli investitori.

Il team di ricerca e investimento svolge prima un’analisi top-down su come sta cambiando il mondo e dove è diretto. Per comprendere l’innovazione, ci avvaliamo di un ecosistema di ricerca aperto con cui raccogliamo informazioni che contribuiscono a definire e perfezionare il nostro processo. Lo scopo è anticipare e quantificare le trasformazioni pluriennali della catena del valore e le opportunità di mercato, modellando le curve dei costi e calcolando l’elasticità della domanda per identificare i punti di ingresso per la disruption tecnologica. Grazie a questo processo, alcune aziende vengono individuate come le meglio posizionate e a questo punto inizia il nostro processo bottom-up.

L’analisi bottom-up parte quindi con un gruppo di potenziali investimenti, non con un benchmark. Si costruisce un modello di valutazione e di ricavi per ogni società per i prossimi cinque anni. Infine, in qualità di CIO e Portfolio Manager, ho la responsabilità finale della selezione degli investimenti e dell’approvazione di tutte le decisioni di investimento”.

Visto il suo recente interesse per gli ETF in Europa, quali fattori la spingono a credere nel potenziale di crescita di questo mercato?

“L’acquisizione di Rize ETF è una mossa strategica, pensata per soddisfare la domanda dei nostri ETF in Europa. Nello scegliere come entrare nel mercato europeo, abbiamo apprezzato la posizione di Rize come leader negli investimenti tematici e sostenibili, e l’impegno nella ricerca che ci accomuna. Pensiamo che insieme questa piattaforma offrirà ai clienti europei un’esperienza di ricerca sugli investimenti ancora più solida e pronta per il futuro”.

Quali sono le principali sfide che dovete affrontare nella gestione di fondi incentrati sulla tecnologia dirompente e come mitigate i rischi associati?

“ARK monitora la tesi d’investimento di ogni titolo durante le riunioni settimanali di portafoglio e di ricerca. In genere, riduciamo o aggiungiamo posizioni in base a una serie di considerazioni, come lo sfruttare le opportunità create dal sentiment del mercato, o il fornire liquidità a quelle società su cui siamo più fiduciosi o su cui l’opportunità è maggiore in base al prezzo attuale. Vendiamo una società se la nostra tesi d’investimento è cambiata, se le metriche non sostengono l’attuale dimensione della nostra posizione o se riteniamo che non sia più all’avanguardia nell’innovazione”.

Quali tecnologie emergenti ritiene particolarmente promettenti per investimenti a lungo termine e perché?

“Riteniamo che numerose tecnologie emergenti siano promettenti a lungo termine, perché sono destinate a creare nuovi mercati o a sconvolgere quelli esistenti.
Tra queste, solo per citarne alcune potremmo elencare: il Deep Learning, un sottoinsieme dell’intelligenza artificiale che utilizza le reti neurali per imparare da grandi insiemi di dati e potrebbe rivoluzionare settori come la


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