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Il 2024 rischia di essere un anno drammatico per molte imprese che potrebbero diventare insolventi secondo l’ultimo Rapporto sulle insolvenze globali di Allianz Trade, il leader globale dell’assicurazione crediti. Tuttavia si tratterà in molti casi solo di un ritorno al passato, ossia sui livelli precedenti la pandemia. Negli ultimi due anni, infatti, le imprese hanno sfruttato il tesoretto di liquidità accumulato nel 2021 e nel 2022, nonché i sostegni messi a disposizione dai governi.
Sia il primo che i secondi si stanno esaurendo proprio nel momento in cui lo scenario si fa più complesso. La crescita economica in frenata, quando non già in recessione come in Germania, i tassi di interesse elevati che rendono più oneroso rifinanziare il debito in scadenza e gli spazi ridotti per ritoccare al rialzo i prezzi dopo gli aumento degli ultimi due anni renderanno la vita delle imprese difficile nel 2024.
I settori più colpiti dalle insolvenze
Il 2023 terminerà con un balzo nel numero di imprese insolventi. Dopo l’incremento dell’1% registrato nel 2022, quest’anno le insolvenze a livello globale sono stimate in crescita del 6% e del 10% nel 2024. “A partire dal secondo trimestre del 2023 e per la prima volta dalla metà del 2020, la recessione dei fatturati si è estesa a tutte le regioni (-1,9% a/a). Questa situazione, unita al persistente aumento dei costi, sta compromettendo la redditività. Di conseguenza, la liquidità diminuisce rapidamente ed è improbabile che migliori prima del 2025” spiega il rapporto.
Inoltre si stanno rapidamente esaurendo le eccedenze di liquidità accumulate negli anni precedenti. “Le aziende dispongono ancora di notevoli eccedenze di liquidità, pari a 3,4 miliardi di euro nell’eurozona e 2,5 miliardi di dollari negli Stati Uniti ma queste riserve rimangono fortemente concentrate nelle grandi imprese e in settori specifici come il tecnologico e i beni di consumo ciclici” spiega Aylin Somersan Coqui, amministratore delegato di Allianz Trade.
I settori più vulnerabili sono quindi quelli dove è presente un maggior numero di imprese di dimensioni contenute, quali l’ospitalità, i trasporti, il commercio all’ingrosso e al dettaglio. “Allo stesso tempo – aggiunge Maxime Lemerle, capo analista della Ricerca sulle insolvenze aziendali di Allianz Trade – la persistenza di elevati tassi di interesse riduce la domanda in settori come l’immobiliare e i beni durevoli e inizia a mettere sotto pressione la solvibilità di settori pesantemente indebitati, come i servizi e le telecomunicazioni, oltre al settore immobiliare su entrambe le sponde dell’Atlantico”.
Le insolvenze a livello settoriale. Variazione primo semestre 2023 vs primo semestre 2022 – fonte: Destatis, ONS, SCB, Eurostat, Allianz Research
In Italia nel 2024 previste oltre 10.000 imprese insolventi
L’Italia si caratterizza per l’elevato numero di imprese di medie e piccole dimensioni e dunque appare particolarmente esposta sul fronte del rischio insolvenza. Nel 2023 il dato finale, secondo il rapporto di Allianz Trade, dovrebbe attestarsi a 8.250 aziende, con una crescita del 15% rispetto al 2022. Nel 2024 le imprese insolventi dovrebbero invece crescere a 10.200 con un ulteriore incremento del 24%.
“Il processo di normalizzazione in Italia è iniziato più tardi, a inizio 2023” spiega lo studio. Forti aumenti sono stati registrati sia nel manifatturiero che nei servizi mentre un impatto minore si è avuto nel commercio al dettaglio e nell’ospitalità. Trasporti ed edilizia hanno avuto a
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