Infrastrutture: fine delle sofferenze per gli investitori?

Di Redazione FinanzaNews24 4 minuti di lettura

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Il 10% in un mese e mezzo. È la performance dell’indice MSCI World Infrastructure a partire dallo scorso 4 ottobre. Una performance che rappresenta tuttavia solo un rimbalzo in uno scenario che ha fatto soffrire gli investitori in infrastrutture. Infatti da inizio anno l’indice è ancora in negativo con una perdita di circa il 3,5% (al 23 novembre 2023).

Photography by Daniel Lewis www.daniellewisphoto.com Alex Araujo (nella foto), gestore del fondo M&G (Lux) Global Listed Infrastructure Fund, intervistato da Borsa&Finanza in occasione della Winter Soirée di M&G Investments, non si nasconde: “Ci siamo dovuti scontrare con il problema dell’inflazione che sei anni fa, quando abbiamo lanciato il fondo, non c’era. Purtroppo alcune parti del comparto delle infrastrutture sono sensibili ai tassi di interesse che sono saliti con forza nel 2022 e 2023” ha commentato. In aggiunta, Araujo indica tra le cause della cattiva performance l’attenzione del mercato che è andata quasi completamente alle società tecnologiche e la perdita di interesse per le energie rinnovabili, in precedenza al centro di un’eccessiva euforia.

“Su quest’ultimo fattore noi ci eravamo tutelati – ha sottolineato il gestore – sottopesando le energie rinnovabili”. Inoltre, il fondo M&G (Lux) Global Listed Infrastructure considera le energie rinnovabili in un concetto più ampio: non solo le società produttrici ma anche quelle che stanno effettuando la transizione.

Mr Araujo, anche gli investimenti vanno giudicati nel lungo periodo partiamo dall’analisi delle motivazioni della performance negativa dell’asset class tra luglio e ottobre di quest’anno. Quali ragioni ne hanno determinato la discesa?

“Penso che il fattore principale sia stato il sentiment di mercato. Se fossero state società private, non quotate in Borsa, gli investitori ne sarebbero soddisfatti in quanto stanno facendo ciò che ci si aspetta in termini di gestione aziendale e risultati. Ma il mercato azionario è molto emotivo e la sensibilità ai tassi di interesse è uno dei fattori che ha l’impatto più forte sul sentiment. Tra luglio e ottobre sono arrivate indicazioni su andamenti dell’inflazione più forti del previsto e su atteggiamenti rigidi da parte della Fed. In questi scenari il mercato azionario può farsi prendere dal panico. Credo che il mercato azionario non sia in grado di fare un buon lavoro nella valutazione delle aziende nel lungo termine. Il valore di un asset che ha 50 o 80 anni di storia non può variare così tanto nel giro di 1 o 3 mesi a causa di tassi di interesse di breve termine. Quindi si è trattato di un problema di market sentiment”.

Come per esempio l’euforia sulle società tecnologiche?

“Esatto. E ricordiamoci che l’anno scorso è successo il contrario. Le azioni tecnologiche sono crollate”.

Anche nel 2022 però i titoli delle infrastrutture non hanno brillato. Il settore ha lateralizzato.

“Sì ma dobbiamo considerare che il resto del mercato è sceso con forza. Le infrastrutture sono una asset class difensiva e hanno fatto quello che dovevano. In confronto con quanto fatto dal mercato azionario globale l’anno scorso il risultato è stato eccezionale”.

Dopo la repentina discesa tra luglio e ottobre, di cui abbiamo parlato, ora ci sono segnali di risveglio del comparto infrastrutture. Su quali basi potrebbe ripartire?

“Nell’ultimo periodo il settore ha mostrato segnali di risveglio e le società hanno accennato a un rimbalzo in Borsa. Ci sono diverse ragioni per inves


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