(QuiFinanza.it) Le indennità che vengono erogate dall’Inail per i danni biologici derivanti dagli infortuni sul lavoro e per le eventuali malattie professionali sono state rivalutate e adeguate all’inflazione. Ma che cosa si intende per danno biologico? È, in altre parole, la percentuale di integrità fisica che è stata persa a seguito di un infortunio, che, nel caso trattato in questo articolo, avviene nella sfera professionale.
La rideterminazione annuale è passata dall’1,9% previsto nel 2022 all’8,1% di quest’anno. L’Inail eroga un’indennità che viene indicizzata al costo della vista, così come viene regolarmente documentata dall’Istat. I nuovi valori risultano essere in vigore dallo scorso 1° luglio 2023. A comunicarlo è stata direttamente l’Inail, attraverso la circolare n. 41 del 12 settembre 2023. Ma entriamo nel dettaglio e scopriamo cosa è realmente cambiato.
Infortunio sul lavoro: la rivalutazione
Il 31 agosto 2023, il Ministero del Lavoro ha pubblicato il decreto attraverso il quale viene stabilita la rivalutazione annuale delle prestazioni economiche, che vengono erogate direttamente dall’Inail e che riguardano i danni biologici.
Di cosa si tratta nello specifico? Stiamo parlando, in altre parole, del danno relativo alla quota di integrità fisica che il lavoratore perde dopo aver subìto un infortunio o una qualsiasi malattia professionale. L’Inail, in questi casi, provvede a riconoscere un’indennità a titolo di risarcimento, la quale varia a seconda del danno che è stato accertato.
Per quanto riguarda il 2023, l’indennità è stata rivalutata nella misura dell’8,1%. La decorrenza parte dallo scorso 1° luglio 2023 e ha una validità di un anno, quindi fino al mese di giugno del 2024.
Le prestazioni economiche
Ogni anno gli importi, che vengono erogati, sono adeguati del Ministero del Lavoro dietro proposta dell’Inail. L’ammontare degli assegni versati viene indicizzato al costo della vita. Come riferimento viene preso l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, così come viene documentato ed accertato periodicamente dall’Istat.
La variazione registrata nel 2022 corrisponde ad un +8,1% rispetto a quella del 2021. È bene ricordare che questa ridefinizione degli importi si va ad aggiungere agli incrementi che erano stati riconosciuti nel corso degli anni precedenti (complessivamente stiamo parlando di un 16,25%). La rivalutazione deve essere applicata agli importi relativi agli i
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