Inflazione UK resta ferma all’8,7%, BoE alle corde?

Di Redazione FinanzaNews24 2 minuti di lettura

(BorsaeFinanza.it) L’inflazione UK si sta dimostrando più arcigna del previsto. Il dato di oggi rilasciato dall’Ufficio Nazionale di Statistica britannico ha riportato un IPC di maggio ancora fermo all’8,7%, esattamente come quello del mese di aprile, tradendo le attese che lo stimavano all’8,4%. Il risultato è preoccupante, se non altro perché per il quarto mese consecutivo il costo della vita si rivela al di là delle previsioni del consensus e vanifica in buona parte gli sforzi fatti finora dalla Bank of England per cercare di abbattere il rialzo sostenuto dei prezzi.

Notizie ancora peggiori arrivano dall’inflazione core – ossia depurata dalla componente energetica e dei beni di consumo – che è il parametro maggiormente tenuto in considerazione dalla BoE nelle scelte di politica monetaria. L’IPC core è balzato a maggio dal 6,8% al 7,1%, ovvero al tasso più alto da marzo 1992. Mentre i prezzi dei servizi sono arrivati al 7,4%, come mai si era visto da oltre 30 anni.

Inflazione UK: cosa farà ora la BoE?

Insomma, l’inflazione non dà segni evidenti di discesa e questo è un grosso problema per la BoE in vista della riunione di domani. La Banca centrale britannica dovrebbe stringere sui tassi di almeno un quarto di punto, portando il costo del denaro al 4,75%. Tuttavia, il mercato comincia a scontare una stretta di 0,5 punti percentuali, con il tasso terminale che arriverà al 6% nel 2024. Per l’esattezza, i futures sui tassi hanno mostrato che gli investitori vedono una probabilità di circa il 40% che la BoE aumenti i tassi di mezzo punto percentuale al 5% giovedì e una probabilità del 60% che i tassi raggiungano il 6% entro dicembre, il che creerebbe le condizioni per una recessione nel Regno Unito.

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